ROMA - Quattro milioni di firme per i quattro referendum della Cgil su lavoro e sicurezza raccolte in 1.036 scatoloni portati davanti alla Corte di Cassazione con tre furgoni. Una delegazione della confederazione, guidata dal segretario generale Maurizio Landini, le ha depositate al Palazzaccio.
La campagna referendaria è partita il 25 aprile con l’obiettivo di “migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle persone che per vivere devono lavorare. Il lavoro deve essere tutelato in quanto diritto costituzionale”, sostiene la Cgil. “Deve essere sicuro, perché di lavoro si deve vivere e non morire. Deve essere dignitoso e perciò ben retribuito. Deve essere stabile, perché la precarietà è una perdita di libertà”, aggiunge il sindacato.
“Quattro milioni di firme. Quattro milioni di cittadini che chiedono di poter votare e cambiare leggi sbagliate, affermare la libertà nel lavoro e nella vita, libertà di non essere precari e sfruttati, di non morire sul lavoro, di avere una sanità che funzioni. È una domanda molto forte in un Paese dove il 50% non va a votare. I cittadini firmano perché vogliono che il loro voto conti e che il loro giudizio possa cambiare la situazione”, ha detto il leader della Cgil, Maurizio Landini.
“La Cgil si è messa a loro disposizione. Oggi inizia una fase nuova che può portare a votare 25 milioni di persone per cambiare questo Paese e rimettere al centro il lavoro, i diritti e la liberà delle persone”, ha aggiunto.