TEL AVIV – Con una mossa inedita, per quanto attesa, il governo britannico ha deciso - insieme ad altri quattro Paesi alleati - di sanzionare due ministri israeliani di estrema destra, per le loro posizioni sull’espansione delle colonie ebraiche in Cisgiordania e sull’escalation della guerra a Gaza. Si tratta dei due leader di ultradestra che sostengono il governo di Benjamin Netanyahu, il ministro delle Finanze, Bezalel Smotrich, e quello della Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir.

Sanzioni bollate come “scandalose” da Israele, che ha intanto espulso quattro dei 12 attivisti della nave della Freedom Flotilla, diretta a Gaza con aiuti umanitari e intercettata in mare due giorni fa, tra cui la svedese Greta Thunberg.

In un comunicato congiunto, i ministri degli Esteri di Gran Bretagna, Canada, Australia, Nuova Zelanda e Norvegia hanno accusato i due falchi del governo israeliano di aver “istigato la violenza estremista e gravi violazioni dei diritti umani dei palestinesi”: sostenere “lo sfollamento forzato dei palestinesi e la creazione di nuove colonie israeliane è spaventoso e pericoloso”, come si legge nel comunicato che parla anche di “azioni inaccettabili” che hanno spinto i cinque Paesi ad adottare le misure, tra cui il divieto di ingresso e il congelamento degli asset riconducibili ai due ministri.

La decisione riguarda soprattutto la Cisgiordania, dove il leader di ‘Sionismo religioso’ Smotrich ha recentemente annunciato la creazione di 22 nuove colonie ebraiche - ritenute illegali dalla comunità internazionali - sostenendo l’annessione totale di quel territorio occupato da parte di Israele.

Ma - sottolinea la nota congiunta - tali azioni “non possono essere considerate separatamente dagli eventi a Gaza, dove Israele deve rispettare il diritto umanitario internazionale”: Ben Gvir, a capo del partito ‘Potere ebraico’, contrario a ogni accordo di tregua con Hamas, aveva ad esempio invitato a “entrare con tutta la forza” e “distruggere” la Striscia. Per il ministro degli Esteri israeliano, Giden Sa’ar, è “scandaloso che dei rappresentanti eletti e dei membri del governo siano sottoposti a misure di questo tipo” che, tra l’altro, “irrigidiscono le posizioni di Hamas e allontanano un cessate il fuoco”.  

Intanto Greta Thunberg, espulsa e imbarcata su un aereo per Parigi da Tel Aviv insieme ad altri tre attivisti, ha accusato lo Stato ebraico di averli “rapiti in acque internazionali” mentre erano a bordo della nave Madleen, carica di aiuti per Gaza, “e portati in Israele contro la nostra volontà”. 

“Non abbiamo infranto alcuna legge”, ha dichiarato appena sbarcata all’aeroporto francese di Roissy. Altri otto attivisti che facevano parte dell’equipaggio, tra cui l’eurodeputata franco-palestinese Rima Hassan, hanno invece rifiutato di firmare il documento con cui avrebbero “riconosciuto di essere entrati illegalmente nel territorio israeliano”.