ROMA - I termini per aderire al concordato, il “patto con lo Stato” rivolto agli autonomi e introdotto anche per portare risorse fresche alla manovra, sono scaduti questa settimana. In attesa di conoscere tra una decina di giorni i proventi da parte dell'Agenzia delle Entrate, al Mef si starebbe valutando l'ipotesi di aprire una nuova finestra per dare un'altra possibilità ai contribuenti che non si sono fatti avanti entro il 31 ottobre.  

Una soluzione diversa da quella della proroga, un semplice allungamento dei tempi che avrebbe fatto slittare il conteggio delle risorse incassate e quindi il loro impiego. La riapertura dei termini, invece, sgancerebbe la seconda edizione del concordato dalla prima, con scadenze differenti e due diverse sessioni di incasso. 

Indiscrezioni di stampa, non smentite, quotano le risorse ottenute tra150 e le 200mila euro, ma c'è chi azzarda addirittura mezzo milione. Il ministro Giancarlo Giorgetti, per il momento, non si sbilancia sull'esito dell'operazione.  

“Siccome noi siamo prudenti abbiamo messo zero. Quindi tutto quello che arriva più di zero è benvenuto”, evidenzia, sottolineando anche come “dobbiamo aspettare perché in tanti arrivano l'ultimo giorno”.  

Un dato indicativo, nel frattempo, può essere quello che viene da Confartigianato che fa sapere di aver sondato 46mila imprese registrando al 22 ottobre una adesione al 18% destinata a crescere fino al 23%. 

Una cosa, però, pare certa, ossia che nonostante il pressing, il concordato non verrà prorogato. A chiarirlo fonti di governo in risposta anche alla protesta dei commercialisti che hanno proclamato uno sciopero fino al 7 novembre chiedendo una proroga “per far fronte all'inadeguatezza del termine del 31 ottobre”. 

Dall'esito del concordato dipenderà, però, anche l'entità di alcune possibili modifiche alla manovra a partire dall'ipotesi di abbassamento dal 35 al 33% dell'aliquota del secondo scaglione Irpef. Non è ancora chiaro, invece, se possano arrivare, modifiche sui tagli previsti sull'automotive.  

“Valuteremo insieme al ministro dell'Economia se nel percorso della manovra sia possibile incrementare il fondo, in particolare il sostegno alla filiera della componentistica, che è un orgoglio del Made in Italy”, ha fatto sapere il ministro dello sviluppo economico, Adolfo Urso.