BUENOS AIRES - A partire dalle ore 18:00 di stasera, martedì 10 giugno, inizierà uno sciopero dei piloti di Aerolíneas Argentinas, indetto dall’Associazione dei piloti di linee aeree (Apla), che proseguirà fino alle 2 del mattino di mercoledì 11.
La protesta comporterà la cancellazione di 22 voli e la riprogrammazione di altri 28, colpendo oltre 6000 passeggeri e provocando, secondo le stime della compagnia, una perdita economica di circa 1,1 milioni di dollari tra danni diretti e indiretti.
Lo sciopero si inserisce in un contesto di crescente tensione tra il governo argentino e il settore aeronautico, alimentato dall’approvazione del Decreto 378/2025.
La nuova normativa, che entrerà in vigore tra 30 giorni, modifica il regime lavorativo del personale aeronautico, riducendo il riposo minimo settimanale da 36 a 30 ore e innalzando il limite annuale di ore di volo da 800 a 1000. Secondo Apla, si tratta di un “grave arretramento negli standard di sicurezza operativa”, che appesantisce ulteriormente una situazione già tesa.
In una nota diffusa sui social, il sindacato ha definito il decreto “una copia improvvisata e tradotta male di regolamenti stranieri, scritta da funzionari che ignorano il funzionamento del settore”, accusando il governo di mettere in pericolo l’intero sistema aeronautico.
In un comunicato ufficiale, la compagnia di bandiera ha affermato che lo sciopero arriva a meno di 20 giorni dalla firma dell’ultimo accordo salariale, sostenendo che “non ha fondamenti e risponde, invece, a interessi politici della direzione del sindacato, e non a quelli dei lavoratori rappresentati”, puntando direttamente al segretario generale di Apla, Pablo Biró.
Il documento ricorda che Apla aveva già minacciato uno sciopero prima di Pasqua, poi evitato grazie a un accordo raggiunto all’ultimo momento.
“Questa nuova interruzione mette in evidenza il carattere estorsivo di questa pratica: mentre Aerolíneas fa il possibile per non danneggiare i passeggeri, Biró li utilizza come ostaggi”, si legge nel testo, che lancia anche un allarme in vista dei prossimi weekend lunghi e della stagione turistica invernale.
Secondo la compagnia, il sindacato dimostrerebbe una mancanza di volontà nel sostenere il processo di riorganizzazione aziendale, sottolineando che per la prima volta Areolineas a un risultato operativo positivo. Il contrasto, secondo Aerolíneas, sarebbe evidente rispetto al sostegno offerto in passato a gestioni che accumulavano perdite superiori ai 400 milioni di dollari all’anno.
Apla ha annunciato di aver presentato una denuncia formale all’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) per le “numerose violazioni convenzionali, legali e lavorative” compiute dall’attuale amministrazione nei confronti dei lavoratori del settore.
“Questa decisione irresponsabile e pericolosa – si legge nel comunicato, in riferimento al decreto legge – è stata presa senza aver prima implementato programmi obbligatori come le politiche di gestione della fatica. La riduzione dei tempi di riposo non riflette gli standard internazionali e avviene in un contesto operativo già stressante, con infrastrutture carenti e processi logorati, aumentando la fatica e mettendo a rischio la sicurezza dei voli”.
Apla attribuisce la responsabilità diretta di eventuali incidenti o problemi alla secretaría de Transporte, in particolare al segretario Luis Pierrini e al sottosegretario Hernán Gómez, colpevoli – secondo il sindacato – di attaccare l’anello più critico del sistema di sicurezza: il fattore umano.
“La sicurezza deve essere il principio guida dell’aviazione, non una variabile sacrificabile in nome del risparmio o delle decisioni politiche”, avverte Apla, che chiede l’immediata revoca del decreto.
Mentre si prepara lo sciopero di martedì, il sindacato ha già preannunciato una nuova mobilitazione nazionale dei piloti, la cui data e modalità saranno definite nell’assemblea del prossimo 26 giugno. “Oggi, più che mai, è fondamentale unirsi per ottenere l’annullamento di una normativa dannosa per tutta l’aviazione”, si legge nel comunicato.