Dire che Gaetano Greco fosse un instancabile sostenitore della comunità è dir poco.

Dopo ben diciassette anni in veste di consigliere comunale a Darebin, Gaetano se n’è andato sabato scorso, 26 aprile, circondato dall’affetto della compagna Susana e dai suoi familiari. Da qualche tempo era ricoverato al centro oncologico Olivia Newton-John a Heidelberg, dove c’era stata una processione di amici che erano andati a visitarlo, ma anche per parlare di politica perché, con Gaetano, alla fine, si parlava sempre di politica locale o internazionale.

Orgoglioso del suo retaggio italiano e siciliano – i genitori sono infatti emigrati da Floridia, in provincia di Siracusa –, Gaetano indossava sempre il suo immancabile basco nero e il foulard al collo. Ci siamo conosciuti alla Filef di Melbourne (Federazione Italiana Lavoratori Emigrati e Famiglie), negli anni ’80, quando eravamo entrambi ventenni. All’epoca, la Filef era un vero laboratorio di idee, una sede di dibattito. C’erano ancora i fondatori, e c’erano tanti giovani italo-australiani che attraverso la Filef si ricollegavano al loro bagaglio culturale.

Gaetano ha frequentato la Scuola delle Frattocchie (ufficialmente, Istituto di studi comunisti), ovvero l’istituto di formazione politica dell’ex Pci, il Partito Comunista Italiano, e al suo ritorno diceva di aver saggiato una politica culturale unica nel mondo occidentale.  

Gaetano era una persona coraggiosa, capace di affrontare chiunque con rispetto, ma senza timore o asservimento, era intellettualmente rigoroso ma con una grande capacità creativa per proporre soluzioni a questioni problematiche.

Dopo il periodo alla Filef, io e Gaetano ci siamo persi di vista ma, dalla sua prima candidatura al Comune di Darebin, l’ho spesso intervistato. Alla sua candidatura a sindaco, mi ha raccontato che, se eletto, avrebbe rinunciato alla macchina blu (che nel caso di Darebin era, in effetti, bianca). Così è stato quando è diventato Primo cittadino, ottenendo un voto primario al 57,84 %, dal 2013 al 2014. Del resto, Gaetano era un appassionato di auto e una volta mi ha sorpreso quando, dopo una riunione del Comites dove era stato eletto, mi ha accompagnato a casa in una Spider fiammante.

Da molti considerato un socialista, Greco è stato a lungo membro del Partito laburista australiano, ma ha stracciato la tessera nel 2014, prima di candidarsi come indipendente alle elezioni statali di quell’anno, per il seggio di Preston. Anche in quel caso, nel corso di un’intervista, si era impegnato, se eletto, a rinunciare a metà della paga da deputato che invece avrebbe devoluto per dare un segnale della sua consapevolezza, in tempi non sospetti, che il divario tra ricchi e poveri era sempre più vasto.

Gaetano non è stato eletto quella volta, ma ha raccolto l’11,3% dei consensi. Poi, di nuovo candidato indipendente anche alle consultazioni nel 2018 e nel 2022, in corsa specificatamente per preservare il mercato di Preston da uno sviluppo edile. In quell’occasione, ha ottenuto il 13,7% di voto primario.

Le battaglie di Gaetano a Darebin sono leggendarie. Non solo la campagna ‘Save the Preston Market’ ma anche quella per l’accesso comunitario al Northcote Golf Club, che ha contrapposto golfisti e locali che volevano trasformarlo in un parco, o quella contro l’utilizzo dell’albergo Mantra a Preston come centro di detenzione per i rifugiati, o – ancora – quella per scongiurare l’appalto a privati dei servizi per gli anziani a domicilio, del Comune di Darebin.

Lunedì scorso, il Consiglio comunale di Darebin ha reso omaggio al consigliere Greco, rivelando che, anche negli ultimi giorni della sua vita, stesse inviando messaggi di posta elettronica ai colleghi per dare consigli e ricordare loro cosa fare.

Gaetano è stato mentore, guida, ispirazione, ma soprattutto amico di una moltitudine di persone alle quali ha insegnato che, dopo una giornata di lotta, ci sta bene una serata di festa.

La partner di Gaetano, Susana, ha confermato che una celebrazione della sua vita sarà organizzata dalla famiglia nelle prossime settimane, per permettere alle tante persone che lo hanno conosciuto, stimato e che gli hanno voluto bene, di onorare la sua straordinaria eredità.