Nel suo orto crescono pomodori, peperoni, melanzane e basilico, come a voler mantenere vivo il legame con la terra da cui proviene.
Non quella australiana, ma quella aspra e generosa della Calabria che ha visto partire migliaia di famiglie con una valigia e un sogno.
Carla Capraro è una di quelle storie. O meglio, figlia di quelle storie. E la sua è una testimonianza di come si possa restare fedeli alle proprie origini, anche con una carriera che apparentemente non ha nulla in comune con il proprio Paese di provenienza.
“Tutti i CPA sono contabili, ma non tutti i contabili sono CPA”, sottolinea Capraro con un sorriso. Sembra quasi un sillogismo aristotelico, ma in realtà è una distinzione fondamentale nel mondo della contabilità australiana tra i CPA (Certified Practising Accountant) e i contabili.
Un CPA è un contabile certificato, con standard più elevati di competenza, etica e formazione. Il titolo è riconosciuto a livello internazionale e permette di svolgere ruoli più complessi e strategici, anche di consulenza aziendale.
Dopo trent’anni di appartenenza a CPA Australia, una delle più alte onorificenze nel mondo della contabilità, Carla ha raggiunto questo obiettivo attraversando decenni di trasformazioni professionali, familiari e culturali senza mai perdere di vista ciò che conta davvero: le persone. Diventare CPA in Australia è tutt’altro che scontato. Dopo una laurea in contabilità o economia (riconosciuta da CPA Australia), bisogna iscriversi al CPA Program: un percorso di studi a livello post-universitario, composto da esami complessi, moduli tecnici, valutazioni scritte e casi pratici.
Ma non basta. Serve anche aver maturato almeno tre anni d’esperienza professionale supervisionata in ambiti come contabilità, finanza o consulenza aziendale. Inoltre, per mantenere la qualifica, i CPA devono aggiornarsi costantemente, svolgendo ogni anno attività di formazione continua, e attenersi a un codice etico rigoroso. In pratica, non si smette mai di studiare. E Capraro questo lo sa bene.
“Chi dice di sapere tutto della contabilità, mente – afferma sorridendo –. È un lavoro in costante evoluzione. Come la vita. Devi restare curioso”.
Quando ha iniziato, negli anni ’90, tutto era cartaceo, manuale, fatto di calcolatrici e incontri vis-à-vis. “Era un lavoro molto più fisico, più relazionale. Ti sedevi al tavolo con il cliente, ti raccontava la sua storia, il suo problema. C’era contatto umano”. Oggi, tra software, intelligenza artificiale e cloud, il mestiere è cambiato radicalmente.
Ma lei è rimasta fedele a quel modo di fare contabilità che non dimentica mai il volto dietro i numeri: “Mi piace ancora incontrare i clienti di persona. Il contatto diretto fa la differenza”. Le nuove sfide si chiamano cybersecurity, frodi informatiche, normative sempre più complesse. Eppure, lei ha affrontato ogni passaggio con la stessa determinazione che ha ereditato dai suoi genitori, arrivati negli anni Sessanta dalla provincia di Cosenza, la madre da Parenti, il padre da Marzi, e che con poco hanno costruito tutto.
“Mi hanno trasmesso l’etica del lavoro, la dedizione, il rispetto. Non si fermavano mai. Hanno costruito una casa, una famiglia, una nuova vita. Ed è a loro che devo la mia forza”. Cresciuta ad Haberfield, Capraro ha vissuto la bellezza delle tradizioni e anche il peso delle discriminazioni. “All’epoca c’era ignoranza. Essere italiani era visto con sospetto. Oggi l’Australia è molto più aperta. Ma allora, non era facile, anche per me, questo percorso professionale, da donna, è stato non privo di difficoltà”.
Dopo anni da impiegata, ha scelto la libera professione, trovando più tempo per la famiglia, per il volontariato e per coltivare, in tutti i sensi, le sue passioni. Lavora con associazioni benefiche, partecipa alla vita della comunità, continua a studiare e ad aiutare.
“Il CPA mi ha dato le competenze, ma la mia cultura italiana mi ha insegnato a prendermi cura degli altri”. Ora, con trent’anni di carriera alle spalle, Carla Capraro non è solo una professionista di altissimo livello ma ci ricorda che “possiamo spingerci quanto vogliamo con la tecnologia, ma non dobbiamo mai dimenticarci di essere umani”.
"Serve curiosità, come nella vita"
Dalla contabilità al giardino, la storia di Carla Capraro, tra identità italiana e trent'anni di CPA in Australia.