DAMASCO - Assad non ha detto praticamente a nessuno della sua intenzione di lasciare la Siria, mentre i ribelli guidati dagli islamisti di Hayat Tahrir al Sham si preparavano a prendere Damasco. Lo riporta l’agenzia Reuters, citando quattordici persone a conoscenza dei fatti.
Poche ore prima della sua partenza per Mosca, il presidente ha addirittura assicurato, durante un incontro con una trentina di dirigenti dell’esercito e dei servizi di sicurezza, che gli aiuti militari russi erano imminenti e li ha esortati a resistere, ha riferito l’agenzia citando uno degli agenti presenti che ha richiesto l’anonimato. Assad ha poi annunciato al suo capo di stato maggiore che sarebbe tornato a casa, ma si sarebbe in realtà diretto all’aeroporto, secondo un suo stretto consigliere citato sempre da Reuters.
Stando ad altri tre suoi collaboratori, anch’essi citati, Assad non avrebbe nemmeno informato il fratello Maher, comandante di un’unità d'élite dell’esercito, della sua intenzione di lasciare il Paese. Secondo l’agenzia, quest’ultimo si sarebbe recato in Iraq in elicottero, prima di raggiungere la Russia.
Lasciati all’oscuro anche Ehab e Eyad Makhlouf, cugini materni del deposto presidente: i due hanno tentato di fuggire in auto verso il Libano, ma sono stati intercettati dai ribelli che hanno ucciso il primo e ferito il secondo, secondo le stesse fonti.
Assad ha lasciato Damasco domenica a bordo di un aereo il cui transponder è stato disattivato, secondo due diplomatici della regione. Dopo uno scalo nella base aerea russa di Hmeimim, si è diretto a Mosca dove si trovavano la moglie Asma e i loro tre figli, continua l’agenzia, secondo la quale il deposto presidente aveva inizialmente pensato di recarsi negli Emirati Arabi Uniti.