VENEZIA - Alberto Stefani (Lega) ha rassegnato le dimissioni da deputato, a seguito della sua elezione a presidente della Regione Veneto, con una lettera datata 6 dicembre. Il suo commiato nell’Aula della Camera è stato segnato da evidente emozione. 

“È l’ultima volta che pronuncio questa formula in questa Aula e non nascondo l’emozione – ha dichiarato Stefani –. Ho portato con me tanti sogni e tanto entusiasmo e la consapevolezza che la politica sia uno strumento straordinario per cambiare le cose, che uno non vale uno, ma il valore è portare qualcosa di buono nella società. Desidero ringraziare ciascun collega”. 

Nel suo discorso, Stefani ha rimarcato il valore del “confronto leale” con gli avversari politici e ha delineato l’approccio che intende adottare nel suo nuovo ruolo di governatore. 

“Alla Camera ho capito l’importanza del lavoro silenzioso dietro le quinte, che voglio portare nella mia terra – ha raccontato –. Passerò ore a studiare. Non importa se questo lavoro non avrà il favore delle telecamere, l’importante è che porti i risultati migliori per la mia gente”. 

Il suo messaggio di chiusura è stato un impegno verso la sua regione: “Seppur non da deputato sarò in questo palazzo per fare gli interessi del Veneto. Non un Veneto che si chiude in sé stesso ma che ha voglia di guardare avanti. Evviva il Veneto, viva San Marco”. 

Montecitorio ha comunicato che, in seguito alle dimissioni di Stefani, la Giunta delle elezioni prenderà atto della sua decisione. Successivamente, con decreto del Presidente della Repubblica e su deliberazione del Consiglio dei Ministri, saranno indette le elezioni suppletive per il collegio uninominale n. 1 - Rovigo della VIII Circoscrizione Veneto 2. Fino a quel momento, il plenum della Camera passerà da 400 a 399 deputati.