SYDNEY – Il consiglio della Reserve Bank of Australia (RBA) ha deciso di lasciare i tassi d’interesse invariati al 3,6 per cento, disattendendo le speranze di milioni di mutuatari che attendevano un sollievo natalizio.
La decisione, ampiamente prevista e presa all’unanimità, chiude l’anno con un messaggio chiaro: la lotta all’inflazione resta prioritaria e il ciclo dei tagli sembra concluso.
Il ritorno di pressioni inflazionistiche nella seconda metà del 2025 ha messo fine alle aspettative di ulteriori riduzioni dopo i 75 punti base tagliati da febbraio. I mercati e la maggior parte degli economisti ritengono ormai esaurita la fase di allentamento. E c’è di più: se l’inflazione continuerà a salire, alcuni analisti prevedono un possibile rialzo già a febbraio.
Secondo Nicola Powell, capo economista di Domain, il cambio di prospettiva potrebbe almeno attenuare l’impennata dei prezzi immobiliari registrata negli ultimi dodici mesi. “Ma non risolve i problemi strutturali di accessibilità - ha precisato -. I mutuatari stanno ancora gestendo rate molto più alte rispetto a inizio 2022”.
Anche il clima economico si è raffreddato. L’ultimo sondaggio mensile di NAB segnala un crollo della fiducia delle imprese ai minimi da aprile. L’indice resta leggermente sopra lo zero — segno che prevale un lieve ottimismo — ma le condizioni operative sono peggiorate, con margini e volumi in frenata.
Ciononostante, l’utilizzo della capacità produttiva ha toccato il livello più alto in 18 mesi: un segnale che l’economia sta lavorando “a pieno regime”, come teme la RBA.
I dati sull’inflazione confermano la preoccupazione. A ottobre, l’indice dei prezzi al consumo è salito del 3,8 per cento su base annua, mentre la misura di fondo ha raggiunto il 3,3 per cento, entrambi oltre il target del due-tre per cento.
In merito, la governatrice Michele Bullock è stata netta: “Non abbiamo preso in considerazione un taglio dei tassi. Non abbiamo valutato esplicitamente un aumento, ma abbiamo discusso molto di ciò che potrebbe portarci a farlo l’anno prossimo”.
Il ministro del Tesoro Jim Chalmers ha definito la decisione “attesa”, pur riconoscendo che molte famiglie speravano in un sollievo. Ha però evitato di commentare l’eventualità di futuri rialzi. “Abbiamo fatto progressi su inflazione, salari reali e ripresa del settore privato - ha detto -. Ma c’è ancora molto lavoro da fare”.
Con un’inflazione che resta ostinata e l’economia vicina ai limiti della capacità, il 2026 si preannuncia un anno complicato per famiglie, imprese e per la stessa RBA.