Nel bosco è ritrovato il cadavere della poliziotta Marta Trevisan, entrata in servizio da poco e che stava indagando su un giro di spaccio. L’istruttore di arrampicata Sandro Gigli riferisce di aver udito prima l’abbaiare di Smoky, il cane della vittima, e successivamente uno sparo. A causa delle sempre più precarie condizioni di salute, Teresa Battaglia vuole defilarsi e lasciare che sia Marini a coordinare le indagini, anche se il sottoposto pensa lo abbia fatto perché lo ritiene un suicidio. Dalla scheda personale della Trevisan risulta che era originaria di Udine e si era trasferita a Trieste con la madre nel 2005 dopo l’arresto del padre Guido Lisi per l’omicidio dell’amante, il cui corpo non fu mai ritrovato; il padre di Marta si è sempre dichiarato innocente e per questo si è ucciso in carcere. Il sostituto procuratore Ambrosini ha un attacco cardiaco e a sostituirlo viene chiamato Albert Lona, un nome che mette Teresa in grande agitazione. Dall’autopsia risulta che Marta aveva assunto sostanze psicotrope, così Teresa ordina di sottoporre ad accertamenti Smoky. Teresa manda Marini a interrogare la madre di Marta, appena arrivata a Udine, anche se significa saltare la prima riunione indetta da Albert. La donna non crede affatto che la figlia fosse una tossica, benché la mattina dell’omicidio avesse preso un permesso per motivi familiari, quando invece la madre si trovava a Lisbona. Dagli esami risulta che anche Smoky è stato narcotizzato, così come lei, con la droga dello stupro. Sul cellulare della poliziotta sono recuperati due video, uno di Smoky e l’altro di un quadro. Smoky sfugge alla custodia di Parisi e raggiunge la sua vera proprietaria, la giovane con i capelli blu Alice. Il quadro risulta essere opera di Alessio Andrian, pittore originario della zona di Cividale del Friuli e attivo durante la Seconda guerra mondiale. Teresa trova sull’uscio di casa un pacco contenente lo stesso dipinto...

“Teresa Battaglia ritornerà in tv, gli sceneggiatori sono già al lavoro per la terza serie. Ruvida, scontrosa, dura, una donna piena di cicatrici, eppure empatica, umanissima, con un segreto con cui combatte. Felice del successo degli ascolti di ‘Ninfa dormiente. I casi di Teresa Battaglia’, anche se la fiction non strizza l’occhio al pubblico classico della Rai. È ruvida, osé, a volte spaventosa”. L’attrice Elena Sofia Ricci, protagonista delle serie tv, ispirata ai romanzi di Ilaria Tuti, trasmessa in Australia su Rai Italia, disponibile sulla piattaforma televisiva Il Globo Tv, è soddisfatta della vittoria nel prime time della sua “eroina”. “Sul set un gruppo di lavoro meraviglioso - aggiunge - in luoghi d’incanto a -12,  -14 gradi sotto zero, faticoso, ma indimenticabile. Spero però che la prossima serie possa andare in onda un po’ prima. Non sono una fan dei social, ma li leggo, ed è quello che chiedono i telespettatori”.Una vita nel teatro con una passione per la danza, quella della Ricci. “Non ho continuato anche se a ‘Ballando con le Stelle’ ho fatto la mia figura - confessa -. Non ho un fisico da ballerina, ma ho un bel collo del piede, a ‘Ballando’ ho puntato soprattutto sull’interpretazione, ma la notte prima non ero riuscita e prendere sonno”. La danza è un’arte di famiglia, la sorella di Elena Sofia è una famosa danzatrice e coreografa, Elisa Barucchieri. “Con mia sorella Elisa ci siamo ritrovate dopo circa trent’anni, siamo figlie di uno stesso padre, ma di madri diverse, divise alla nascita, ma negli anni abbiamo recuperato gli anni di lontananza, unite dallo stesso amore per la scena, dagli stessi valori, da uno stesso sguardo verso il nostro lavoro, di assoluto rispetto per il prossimo, di comunicazione profonda con i pubblico. Al di là del gesto, la di là della parola”. 

Ottimista sul lavoro che in tutti questi anni hanno fatto le donne nel campo dell’arte, del cinema, dello spettacolo dal vivo, come dimostra anche il successo della serie tv “Inganno”, interpretata da Monica Guerritore. “È vero, le cose stanno cambiando grazie anche a noi, a tutte quelle attrici che hanno lasciato che il loro corpo rimanesse vero, di una bellezza naturale e non artificiale - risponde la Ricci -. Monica è portatrice sana di questa mia assoluta convinzione. E poi - prosegue - inutile negare l’apporto delle donne alla regia. Cristina Comencini, Valeria Golino, Francesca Archibugi, Micaela Ramazzotti, Cinzia H. Torrini, Paola Cortellesi, Maura Delpero... Le donne sono esplose, sentivamo la mancanza del loro sguardo sull’emotività, sui sentimenti, anche sul dolore, sulla fragilità. Ci siano liberate dagli stereotipi, conquistato la nostra personalissima libertà, a volte - conclude la grande attrice italiana - pagata a carissimo prezzo nel privato. Una libertà che fa si che il ruolo della donna sia amato, accettato e soprattutto desiderato”.