WASHINGTON - “Avrei dovuto incontrare il presidente Xi tra due settimane, all’Apec, in Corea del Sud, ma ora sembra non esserci motivo per farlo”, così ha scritto il presidente americano Donald Trump in un lungo post su Truth Social, dove lamenta le ostilità commerciali della Cina, soprattutto nel campo delle terre rare. 

Giovedì, la Cina ha annunciato nuove restrizioni sui materiali a base di terre rare, specificando che le licenze relative a determinati tipi di chip saranno concesse caso per caso. Commentando questa decisione, Trump ha accusato Pechino di aver “silenziosamente ammassato in una sorta di posizione di monopolio” sia i magneti, sia le terre rare, in “una mossa piuttosto sinistra e ostile”. Ha poi aggiunto: “Non è possibile che alla Cina venga permesso di tenere il mondo ‘prigioniero’, ma questo sembra essere stato il loro piano per un bel po’ di tempo”. 

Il presidente Usa ha intensificato la minaccia, affermando che “gli Stati Uniti hanno posizioni di monopolio molto più forti e di più ampia portata di quelle della Cina”, ma che lui ha scelto di non usarle, aggiungendo un minaccioso “FINO AD ORA!”. 

Trump ha legato direttamente l'azione commerciale alla politica tariffaria: “una delle politiche che stiamo valutando in questo momento è un massiccio aumento dei dazi sui prodotti cinesi in arrivo negli Stati Uniti d’America”. Il presidente ha spiegato che molti alleati Usa hanno ricevuto lettere da Pechino in cui viene spiegata questa nuova politica, e tutti sono “estremamente arrabbiati per questa grande ostilità commerciale, nata dal nulla”. 

Trump ha poi minacciato che “A seconda di ciò che la Cina dirà sull’ordine” ostile che ha appena emanato, sarò costretto, come Presidente degli Stati Uniti d’America, a contrastare finanziariamente la loro mossa” e ha aggiunto: “Non avrei mai pensato che si sarebbe arrivati a questo, ma forse, come per tutte le cose, è giunto il momento”. 

Particolarmente irritato per la tempistica, il presidente ha scritto che “le lettere cinesi erano particolarmente inappropriate in quanto questo era il Giorno in cui, dopo tremila anni di caos e combattimenti, è stata raggiunta la PACE IN MEDIO ORIENTE”. Ha concluso con un sospetto: “Mi chiedo se questa coincidenza temporale non sia stata casuale?”. 

Queste scintille hanno subito affossato i mercati. C'è stato un brusco calo nel finale per le Borse europee, con il Ftse Mib di Piazza Affari che ha perso l’1,7%, in linea con gli altri principali listini del continente: Francoforte -1,53%, Londra -0,92%, Parigi -1,53%, Amsterdam -1,87% e Madrid -0,76%. I timori di una nuova ondata della guerra commerciale hanno spaventato gli operatori anche a New York, dove il Dow Jones ha lasciato l’1% e il Nasdaq è scivolato del 2,19%. 

A Milano hanno resistito i titoli energetici, guidati da Italgas (+1,36%). Bene anche Snam (+0,86%), Enel (+0,75%) e Terna (+0,71%). In netta difficoltà Stellantis, che ha perso il -7,27%. Male anche Tenaris (-5,22%) e Leonardo (-4,65%), seguita da Cucinelli (-4,49%). Tra gli istituti di credito, Banco Bpm ha perso oltre il 2% dopo lo spegnimento dei rumors circa un interesse di Piazza Meda su Banca d’Asti. 

In Europa, l’Euro Stoxx 50 ha risentito dell’andamento generale, perdendo l’1,75%. In deciso calo i produttori di chip come Asml Holding (-4,22%) e Infineon (-3,32%). Male anche Prosus (-4,2%) e il settore del lusso, con Hermes (-2,69%) e Ferrari (-2,77%), quest'ultima dopo il tonfo di ieri. In controtendenza Ahold Delhaize (+0,99%) e Iberdrola (+0,61%).