Per l’occasione, ci ha raggiunti in studio per parlare della sua arte, dell’impellente necessità di essere amati e l’importanza di ridere.
“Credo che sia emersa specialmente in questi ultimi anni – ha dichiarato Barello, riferendosi alla sua voglia di essere amato –. Penso che tutti abbiamo questa necessità, ma ultimamente ho deciso che sia l’aspetto su cui mi voglio concentrare. Non parlo solo dell’amore di coppia, ma l’amore in generale. Per me, il legame con altre persone è il valore che conta di più nella vita”.
Durante l’intervista, Barello ha offerto un ricco approfondimento sull’arte e la vita del clown ponendo l’accento su quanto questa sia una figura così unica quando la si paragona ad altri tipi di comici.
“Specialmente a Los Angeles, dove vivo, c’è quella tendenza tra i clown a essere dei provocatori, quasi scortesi”, spiega.
“Può anche essere divertente, ma personalmente ritengo che i clown debbano mostrare il lato vulnerabile della natura umana. [Come clown] dovresti abbracciare e celebrare le tue insicurezze, mostrando la tua vera personalità senza timore”.
Barello è anche membro dell’organizzazione internazionale Clowns Without Borders, che porta gioia alle popolazioni colpite da crisi umanitarie.
Nel ricordare uno dei suoi primi spettacoli, in Messico, Barello si è esibito per i migranti sudamericani nel corso del loro cammino verso gli Stati Uniti; convinto di esibirsi davanti a tanti bambini, si è trovato invece di fronte a una folla per la maggior parte in età matura.
“Ero pietrificato perché pensavo che, essendo adulti, avrebbero odiato la mia esibizione. Soprattutto perché quelle persone si trovavano in un momento di grande difficoltà e incertezza, stavano sicuramente affrontato delle situazioni terribili, e quindi vedere noi ‘quattro idioti’ esibirci probabilmente era l’ultima cosa di cui avevano bisogno”.
“Invece ci hanno apprezzato molto – rivela Barello –. È stato un grande momento di spensieratezza per loro. Ridevano tutti come matti; si sono addirittura cimentati a improvvisare con noi in alcuni momenti. E a conclusione, volevano raccontarci le loro storie personali”.
Quell’esperienza ha offerto una lezione di vita a Barello.
“Ho realizzato quanto importante possa essere qualcosa che, in apparenza, è così stupido. Qualcuno potrebbe pensare che persone in situazioni del genere non abbiano bisogno di clown, piuttosto, le loro necessità dovrebbero essere il cibo, il lavoro e un posto dove vivere. Ma come esseri umani, abbiamo anche bisogno di nutrire la nostra anima”.
Se anche voi avete bisogno di nutrire la vostra anima, c’è ancora tempo per assistere allo spettacolo di Andrea Barello fino al 20 aprile. I biglietti sono in vendita tramite il sito.