MONTEVIDEO – Per celebrare la VIII Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, si è svolto questo martedì un incontro incentrato sulla ‘Cultura del dopopasto’, nella sala dell’Istituto Italiano di Cultura.  

La direttrice Silvia Merli ha dato il benvenuto alla platea, ricordando che nell’edizione di quest’anno della Settimana “si sottolinea molto l’importanza della dieta mediterranea e salutare, ma senza rinunciare al piacere del sapore, che è molto importante per vivere una vita felice, in fin dei conti”.  

La direttrice ha proseguito introducendo la tematica dell’incontro, ricordando che “come succede per la cucina italiana e prodotti come il Parmigiano Reggiano, anche per i digestivi, gli amari e i liquori, ogni regione d’Italia ha un prodotto caratteristico di quella zona specifica”. 

“Il Limoncello, per esempio, forse il più famoso, si fa coi limoni, e i più pregiati sono sicuramente i limoni di Sorrento. Molte famiglie hanno una loro ricetta particolare per farlo”, spiega Merli, che racconta anche un aneddoto personale: “La prima volta che mia madre è venuta a visitarmi qui in Uruguay si è portata dietro dei limoni di Sorrento per farmi il Limoncello da mettere in freezer”. 

Poi è cominciato l’incontro vero e proprio, a cura di Federico Sardi, un ricercatore uruguaiano di origine italiana, che si è appassionato alla cultura dell’aperitivo durante un periodo vissuto a Firenze, e da quel momento ha cominciato a studiare la storia e la cultura italiana, soprattutto riguardante il consumo di vino e bevande alcoliche. 

La presentazione di Sardi è iniziata ripercorrendo le origini storiche di questa tradizione e di queste bevande, dai tempi dell'antica Roma fino ai giorni nostri, approfondendo i diversi usi che questi prodotti hanno ricoperto durante le varie epoche storiche, molti dei quali sono nate con usi medicinali prima di finire sul tavolo della cena. 

Successivamente il ricercatore ha presentato diversi tipi di bevande, spiegando nel dettaglio la differenza tra alcune delle principali tecniche produttive utilizzate, come la distillazione e la fermentazione, soffermandosi in particolare sul Fernet, ormai decisamente più popolare sul Rio de la Plata che in Italia, dove è nato.  

“Non si sa bene quando e perché, ma soprattutto nella zona di Cordoba è diventata una bevanda popolarissima da mescolare con la Coca-Cola, e da lì l’usanza si è diffusa in Argentina e Uruguay”, spiega Sardi, sottolineando come “mentre in Italia si beve molto poco, e soprattutto lo bevono persone perlopiù anziane, qui è ormai tra le bevande più consumate tra i giovani”.  

Dopo la presentazione di Sardi, all’uscita dalla sala, il pubblico ha trovato un piccolo stand con assaggi di limoncello Villa Massa, liscio o mescolato con acqua tonica per renderlo più leggero. 

Questo incontro sarà seguito da un altro il 22 novembre, nel quale si affronterà la stessa tematica ma incentrata sul Rio de la Plata, quindi la cultura del dopo pasto in Argentina e Uruguay, e sarà accompagnato da una esibizione dell’artista grafica Ines Gaggiero, che lavora attraverso la recuperazione di antiche pietre litografiche per riproporre etichette di bevande alcoliche andate perdute.