BRISBANE - La misura, valida per le famiglie con redditi inferiori a 530mila dollari, sostituirà il controverso test di attività a partire da gennaio 2026. Albanese ha definito il test una politica “punitiva” che ha escluso molte famiglie dai sussidi per l’infanzia.
“Non aiuti le famiglie sotto pressione escludendole dall’assistenza all’infanzia e non prepari l’Australia al futuro trattenendo i bambini o lasciandoli indietro”, ha dichiarato Albanese durante un evento a Brisbane di fronte ad una platea di fedelissimi laburisti.
La proposta, che interesserà circa 66mila famiglie, prevede un aumento dei sussidi governativi per l’infanzia di 3,1 miliardi di dollari in quattro anni, a vantaggio di 200mila bambini. Saranno inoltre assunti 34mila nuovi educatori per la prima infanzia mentre 125mila persone sono al momento impegnate nei corsi di formazione.
Il fondo da un miliardo di dollari, operativo da luglio 2025, sarà destinato al servizi situati presso scuole, inclusi 160 nuovi giardini d’infanzia, e alla crescita di fornitori no-profit di alta qualità.
L’eliminazione del test di attività è stata accolta positivamente da gruppi come The Parenthood e il Secretariat of National Aboriginal and Islander Child Care, che vedono la misura come un passo per ridurre le disuguaglianze e favorire l’accesso alla prima istruzione per i bambini aborigeni e per le famiglie a basso reddito.
Non sono mancate le critiche arrivate dall’opposizione: Sussan Ley, vice leader liberale, ha espresso preoccupazioni per la scarsità di posti, in particolare nelle aree rurali. Anche i verdi, pur approvando il progetto, hanno sottolineato che le tariffe elevate e le liste d’attesa continueranno a rappresentare un problema.
Un rapporto della Productivity Commission di settembre evidenzia come un sistema universale di assistenza all’infanzia sarebbe il modo migliore per garantire che ogni bambino abbia accesso alla prima istruzione, a prescindere dal reddito familiare.