ISLAMABAD - L’uccisione di Daniel Pearl, nel 2002, sconvolse la comunità internazionale, ancora profondamente scossa dalla tragedia dell’11 settembre, dando il via quella che sarebbe diventata una pratica comune negli anni successivi da parte di al-Qaeda prima e Isis poi. 

Ora l’omicidio del trentottenne giornalista del Wall Street Journal, decapitato da estremisti islamici in Pakistan nel 2002, è ritornato sui media dopo che le forze armate indiane hanno annunciato l’uccisione di Abdul Rauf Azhar, terrorista pakistano legato al suo assassinio. Come ha spiegato su X il padre del reporter ebreo-americano, Judea Pearl, “Azhar era un estremista pakistano e leader dell’organizzazione terroristica Jaish-e-Mohammed". 

Sebbene il suo gruppo non fosse direttamente coinvolto nel complotto per rapire Danny, ne era indirettamente responsabile. Azhar orchestrò il dirottamento che portò al rilascio di Omar Sheikh, l’uomo che aveva attirato Danny con l’inganno per farlo cadere prigioniero. 

Pearl era il capo dell’ufficio del Wsj per l’Asia meridionale, di stanza a Nuova Delhi. Dopo la tragedia delle Torri Gemelle, si era trasferito in Pakistan per indagare sul terrorismo islamico. Il 23 gennaio 2002, fu attirato in un ristorante a Karachi da un intermediario, con la promessa di un’intervista, ma venne rapito da seguaci del Movimento nazionale per la restaurazione della sovranità pakistana. 

I fondamentalisti lo accusarono di essere una spia israeliana e inviarono agli Stati Uniti un elenco di richieste da soddisfare in cambio della sua liberazione. Washington rifiutò e il reporter 38enne venne decapitato sotto l’occhio impietoso di una telecamera.

Pearl era sposato e la moglie Mariane all’epoca era incinta di sei mesi. Nel 2003 la donna pubblicò Un cuore grande. La vita e la morte coraggiose di mio marito Daniel Pearl” (Sonzogno), un libro di memorie che quattro anni dopo approdò anche sui grandi schermi con il film che ne venne tratto, con Angelina Jolie nei panni di Mariane. 

Ventitré anni dopo l’assassinio di Pearl, le forze armate indiane hanno annunciato l’uccisione di Azhar nell’ambito dell’operazione Sindhoor, lanciata tre giorni fa contro infrastrutture terroristiche in Pakistan dopo l’uccisione di 26 turisti indù in un attacco in Kashmir il mese scorso. Azhar faceva parte del gruppo terrorista pakistano Jaish-e-Mohammad attivo in Kashmir ed era stato coinvolto in una serie di attacchi, tra cui quello alla base aerea di Pathankot nel 2016, quello contro il Parlamento indiano nel 2001 e il dirottamento di un volo della Indian Airlines nel 1999.