Non bisogna mai dimenticare da dove si viene. Che siano origini umili o meno, il nostro percorso ci ha portati a quel che siamo soprattutto grazie alla nostra provenienza, sia in senso più ampio sia nel particolare, sia come individui sia come comunità più ampie. Le origini delle tante piccole realtà di italiani di Melbourne non sono mistero, poiché sono legate apertamente ai nomi dei paesini o aree territoriali dalle quali centinaia, a volte migliaia, di italiani sono arrivati in un vero esodo, soprattutto nel secondo Dopoguerra. Però le nascite dei vari club o circoli racchiudono sempre storie singolari.

Ad esempio, oggi parliamo del Delianuova Club, dove si riuniscono i cittadini della piccola località omonima situata alle pendici dell’Aspromonte, nell’area di Reggio Calabria. Agli albori degli anni ’50, la povertà nel Mezzogiorno costringeva interi paesini a cercare fortuna negli Stati Uniti, in Canada, in Sudamerica, e in Australia. Tantissimi calabresi scelsero proprio Melbourne per costruire un futuro migliore e, tra loro, Francesco Villanova arrivò in questa grande città il 24 aprile 1951, insieme ad altri concittadini di Delianuova.

Il signor Villanova purtroppo oggi non è più con noi, però la sua testimonianza è documentata da fogli, scritti a mano, da parte della figlia Pina Cuce, la quale ha giocato un ruolo fondamentale, a sua insaputa racconta, nella fondazione del sodalizio.

Riportiamo le parole scritte da Francesco Villanova: “Una sera del lontano settembre 1973, siamo stati invitati all’Agira Social Club, un club siciliano dove mia figlia era la cantante per la serata, che è stata molto divertente”. “Il giorno dopo l’evento – si legge -, mia figlia Pina mi ha detto: ‘Papà, con così tanti paesani di Delianuova che sono a Melbourne, perché non fondate anche voi il vostro club?’”. 

Una provocazione, un consiglio, magari una frase detta così con leggerezza dalla figlia Pina, che però mette in moto la mente del papà: “Motivato da questa idea – continua nel documento -, il venerdì seguente mi sono messo al lavoro”. Nelle lettere scritte a mano, Francesco Villanova racconta dei primi ‘paesani’ raggruppati, come i fratelli Francesco, Natalino e Mario Carbone, i fratelli Joe ed Ettore Fasciale, Biagio e Antonio Crisafulli e Joe Rossi, Valerio Licastro, Pasquale e Francesco Scutella. Poi all’incontro a casa del signor Villanova si aggiungono anche Tony e Francesco Campisi e Giuseppe Sergi, tra gli altri. Il gruppo entusiasta di circa 20 persone che pone le basi del sodalizio. La voce si sparge e già a gennaio 1974, alla prima riunione si contano più di 70 persone e si sceglie il nome del club, che ancor’oggi rimane intatto. Da lì, il primo ballo inaugurale del 23 marzo 1974 nella sala municipale di Richmond: “Un successo di ben 500 partecipanti”, racconta nei suoi documenti Villanova, dove riporta anche la nascita, nel 1979, del comitato femminile e di quello giovanile all’interno del sodalizio.

Come detto, un documento scritto a mano del signor Villanova che all’epoca sembrava cosa di poco conto, ma che oggi risulta prezioso, non solo per il paesino dell’Aspromonte calabrese e per gli storici dell’immigrazione italiana, ma anche per il valore umano che rappresenta, con tutta la cura che veniva riposta nella creazione e nel mantenimento di un ‘luogo’ dove ci si poteva aiutare, fare amicizia, giocare, crescere insieme e, magari, farsi forza a vicenda in un Paese così lontano.