Una piccola storia di amore, legami familiari, tradizioni, “un’omelia montanara” al di fuori del tempo, girata con rigore estremo, con attori in gran parte non professionisti, scelti uno a uno fin nei più piccoli ruoli, il dialetto della Val di Sole senza il quale avrebbe perso la giusta musica. È “Vermiglio” di Maura Delpero, che dopo aver trionfato a Venezia con il secondo premio, il Leone d’argento-Gran premio della giuria, raccogliendo i favori pressoché unanimi della giuria presieduta da Isabelle Huppert, è ora il film designato dall’Italia alla selezione per l’Oscar per il miglior film internazionale. Delpero è felice certamente e anche saggia però. “Sono un’outsider, insieme a ‘Vermiglio’ ci saranno film meravigliosi da tutto il mondo ed è difficile dire come finirà, ma - dice la regista - io vado avanti sapendo di aver lavorato sodo, di essere serena, di avere tanti feedback positivi dagli spettatori. Ho vissuto come donna, estranea al mondo del cinema, limitazioni tremende e guadagnato però un mio baricentro”. Una partita immensa per un piccolo film d’autore duro e puro e dunque ad alta resistenza, ma tutta da giocare perché la potenza della storia, una distribuzione americana sono decisivi, specie nella categoria dell’Oscar straniero. Entrerà nella short list “Vermiglio” il 17 dicembre?
Una corsa a tappe: dopo il 17 dicembre, che è la prima meta, il 17 gennaio c’è l’annuncio delle nomination, mentre la cerimonia di consegna degli Oscar si terrà a Los Angeles il 2 marzo 2025. “Vermiglio” è un piccolo film d’autore, rigoroso, come la stessa regista ha sottolineato accettando il Leone d’argento, un film produttivamente aiutato dai fondi pubblici i cui meccanismi oggi sono in revisione con grande contrarietà di tutto il settore. Ha trovato anche una distribuzione sul mercato nord-americano, negli Stati Uniti e in Canada. Certo, si può osservare che il blasonato “Parthenope”, con un cast corale in cui c’è tra l’altro Gary Oldman, ha una distribuzione fortissima americana e sulla carta poteva funzionare. Con Martina Scrinzi, Tommaso Ragno, Giuseppe De Domenico, Roberta Rovelli, Sara Serraiocco, il film di Delpero racconta della vita nel paesino di Vermiglio nell’ultimo anno della seconda guerra mondiale, quando in una grande famiglia torna dal fronte un figlio soldato insieme a un commilitone siciliano che si rifugia da quelle parti dopo aver disertato. Un “corpo estraneo” che per un paradosso del destino fa perdere la pace, nel momento stesso in cui il mondo ritrova la propria.