Le vacanze di Natale sono già cominciate per deputati e senatori del 45esimo parlamento australiano che, prima di tirar fuori materassini gonfiabili e ombrelloni, sono riusciti ad approvare due leggi importanti, come il ripristino dell’ABCC, la Commissione anti-corruzione sindacale nei cantieri edili, e la nuova ‘backpacker tax’ rivista con un’aliquota al 15%.
Ma raggiungere questi risultati è stato tutt’altro che gratis per il governo, che ha dovuto cedere a destra e a manca alle richieste dei partiti minori e dei parlamentari ‘non allineati’, i cross-bencher, fondamentali al punto che il giornalista politico dell’ABC Barrie Cassidy ha soprannominato il 2016 “l’anno dei cross-bencher”.
Per far passare la legge sull’ABCC, uno di quei provvedimenti che aveva fatto scattare il doppio scioglimento delle Camere portando alle elezioni anticipate dello scorso luglio, il governo ha dovuto fare diverse concessioni al senatore Nick Xenophon del Nick Xenophon Team (NXT), tra cui impegnarsi con il premier del South Australia, Jay Weatherill, ad applicare in toto il Murray-Darling Basin Plan, il maxi-accordo sulla gestione delle risorse idriche in una delle più importanti aree agricole del Paese, e a fare il punto sui progressi dello stesso ad ogni vertice COAG. Xenophon ha inoltre ottenuto un trattamento privilegiato per le aziende australiane nelle gare d’appalto per progetti pubblici e la possibilità per i disoccupati di continuare a ricevere il sussidio se impiegati come manovalanza agricola.
Altre concessioni, in cambio dei loro voti a favore dell’ABCC, sono state fatte al senatore David Leyonhjelm (che aveva chiesto forum pubblici dopo le riunioni del consiglio di amministrazione dell’ABC) e al senatore di One Nation in rotta con Pauline Hanson, Rod Culleton, che voleva la sponsorizzazione di 200 ulteriori apprendistati per i giovani del Western Australia.
Per arrivare a un compromesso sulla cosiddetta ‘backpacker tax’, invece, il governo si è dovuto rivolgere ad un insolito interlocutore, i Verdi, dopo che il senatore Derryn Hinch, l’ultimo cross-bencher che avrebbe permesso di raggiungere i numberi necessari ad approvare la legge, ha fatto dietrofront annunciando di supportare invece la proposta laburista di un’aliquota al 13%. Quest’ultimo era il quarto cambiamento di posizione di Hinch sulla ‘backpacker tax’, il quale aveva appoggiato prima l’aliquota al 19% negoziata tra governo e One Nation, poi quella al 15%, quindi quella al 10,5% e al 13% proposte dai laburisti. “Lasciatelo stare, è ancora nuovo in questo ambiente” lo ha difeso ieri il collega Nick Xenophon intervistato dalla ABC. Un’intervista in cui il senatore del South Australia ha anche sottolineato l’importanza dei partiti minori, che contano ormai, secondo recenti sondaggi, per il 34% dei voti, e che possono fornire una “alternativa credibile” all’alternanza liberali-laburisti.
Se le concessioni ad indipendenti e partiti minori sono considerate ‘normali’ da Malcolm Turnbull (“Sono il primo ministro, gli elettori si aspettano che porti a casa risultati e, per farlo, scendere a compromessi era necessario” ha spiegato in un’intervista radiofonica), queste preoccupano invece il ministro del Tesoro Scott Morrison, che, il prossimo anno, si troverà anche a dover fare i conti con gli effetti di alcuni di questi compromessi sul deficit. Ad esempio, i 100 milioni per Landcare e le trattenute sulla superannuation dei possessori di Working Holiday Visa in partenza dall’Australia al 65% invece che al 95% a cui il governo ha dovuto dire di sì per ottenere il consenso dei Verdi sulla ‘backpacker tax’.
Proprio il crescente disavanzo pubblico sarà uno dei temi centrali del 2017, che si prospetta come un anno pieno di sfide per Malcolm Turnbull. In ambito economico, oltre alla scalata verso il rientro del deficit, con provvedimenti scomodi come tagli al welfare, ci sarà da approvare il pacchetto da $47,8 miliardi per stimolare la creazione di posti di lavoro da parte delle aziende. Mosse che se dovessero andare in porto avrebbero effetti sulla crescita del Paese e sulla credibilità del governo e dello stesso primo ministro ben più importanti di una tassa sui backpacker al 19 o al 15%. Turnbull non ha un attimo da perdere e, se vuole recuperare il terreno perso nei sondaggi che lo danno in caduta libera, e confermarsi veramente come il leader di azione che vorrebbe essere, questa pausa estiva sarà tutt’altro che una vacanza.