ROMA - A lanciare l’allarme, con una petizione indirizzata al premier Mario Draghi e al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, sono stati oltre 2mila dirigenti scolastici di tutta la Penisola, che hanno chiesto il rinvio dell’apertura delle scuole di due, se non tre settimane almeno.
Secondo i presidi, che chiedono l’attivazione della didattica a distanza da oggi, il problema non è solo quello della sempre crescente diffusione dei contagi che colpiscono in modo massiccio anche i più piccoli, ma soprattutto una impreparazione delle strutture scolastiche per carenze di personale mai così pesanti. ‘“A pochi giorni dall’inizio delle lezioni dopo la pausa natalizia, - si legge nell’appello - stiamo assistendo con preoccupazione crescente all’escalation di assenze. Abbiamo personale sospeso perché non in regola con la vaccinazione obbligatoria e, ogni giorno di più, personale positivo al Covid, che non potrà prestare servizio e nemmeno potrà avere, nell’immediato, un sostituto. Si parla di numeri altissimi, mai visti prima. Ci rendiamo conto che sottovalutare la prevedibile ed enorme mancanza di personale determinerà insolubili problemi. In un momento nel quale è necessaria almeno la minima sorveglianza delle classi (per non parlare della didattica, che risulterà in molti casi interrotta), non sapremo, privi di personale, come accogliere e vigilare su bambini e ragazzi. Altrettanta preoccupazione grava sulle probabili assenze del personale Ata. Ci troveremo nell’impossibilità di aprire i piccoli plessi e garantire la sicurezza e la vigilanza’’.
Il tutto è poi aggravato anche dalla complessità delle nuove regole introdotte con l’ultimo decreto del governo. Nelle scuole secondarie prevede ad esempio, nel caso ci siano almeno due contagiati in una classe, l’attivazione di una didattica mista, ossia in presenza per i vaccinati e online per chi non lo è, che viene vista come discriminatoria e dannosa dagli insegnanti.
Secondo i presidi occorrerebbero dunque almeno due settimane per far sì che cresca il tasso di vaccinazione tra gli studenti e i bambini, visto che per il momento la percentuale di immunizzati tra i 5 e gli 11 anni resta molto bassa al 10%, mentre va meglio per i più grandi tra i 12 e i 19 anni, coperti per il 75%.
E proprio per i ragazzi tra i 12 e i 15 anni l’Aifa (Agenzia Italiana per il Farmaco) ha autorizzato a metà della scorsa settimana anche la somministrazione della terza dose di vaccino. In analogia con quanto già stabilito per la fascia di età 16-17 anni e per i soggetti fragili di 12-15 anni, il booster dovrà essere effettuato con il vaccino Pfizer, a quattro mesi di distanza dal secondo richiamo e con un terzo del dosaggio normale.