Già oggi, alla ripresa dei lavori parlamentari, il partito laburista presenterà una proposta di legge contro il taglio degli straordinari domenicali nel settore della ristorazione e della vendita al dettaglio, annunciato giovedì scorso dalla Fair Work Commission (servizio a pagina 12).
Lo ha dichiarato il ministro ombra del Tesoro, Chris Bowen, intervenuto ieri alla trasmissione della ABC, Insiders. La posizione del leader laburista Bill Shorten, che lo scorso aprile aveva dichiarato che avrebbe accettato la decisione del Tribunale del lavoro qualsiasi essa fosse, è cambiata – ha detto Bowen – perché le “circostanze” stesse sono cambiate. Il ministro ombra del Tesoro ha sottolineato come, in un’Australia dove le disuguaglianze lavorative hanno toccato il record più alto degli ultimi 75 anni e la crescita dei salari avanza a passo di lumaca, tagliare gli stipendi nei settori già meno pagati del Paese “non è un passo avanti” e i laburisti “si opporranno”.
La proposta laburista ha chance di essere approvata in Senato con l’appoggio di Verdi e indipendenti ma sarà quasi sicuramente stoppata dalla Camera dove la Coalizione ha due seggi di vantaggio.
Pur riconoscendo di non avere, sulla carta, i numeri necessari per assicurare il passaggio del disegno di legge, Bowen ha insistito che il suo partito parlerà con tutti gli schieramenti in parlamento, che ‘avranno sulla coscienza’ una decisione che toccherà 70mila lavoratori. A livello politico, ci sono rischi qualunque direzione si voglia prendere, perché, da una parte si va a mettere in discussione l’autorità di un ente indipendente come il Fair Work e, dall’altra, si deve far fronte al malcontento dell’elettorato.
Il governo, da parte sua, ha accusato i laburisti di ipocrisia, sottolineando che sono stati loro stessi a volere che il Fair Work riconsiderasse le ‘penalty rates’ nel quadro della revisione quadriennale dei contratti di categoria. Una decisione presa quando Shorten era ministro delle Relazioni industriali del governo Gillard. “Bill Shorten è imbarazzato dalle conseguenze delle sue stesse azioni” ha attaccato il ministro delle Finanze, Mathias Cormann, intervistato da Sky News, puntando il dito contro i laburisti che “minacciano l’indipendenza” di Fair Work.
In base alla revisione della scorsa settimana, la paga oraria per gli straordinari domenicali sarà ridotta al 150% rispetto ai giorni feriali per coloro che lavorano a tempo pieno o parziale nel settore della ristorazione-alberghiero o del commercio al dettaglio, mentre i lavoratori casuali verranno retribuiti il 175%. Nessun cambiamento per i lavoratori casuali nell’hospitality, mentre coloro che lavorano nella ristorazione veloce verranno pagati il 125% della paga normale se assunti a tempo pieno o parziale e il 150% se casual.
La motivazione dietro questa decisione è stata presentata come culturale, più che economica. Già lo scorso anno, un rapporto della Commissione Produttività affermava che la domenica non era più un giorno sacro o di riposo come una volta e raccomandava che le indennità fossero equiparate a quelle del sabato. Annunciando il taglio alle ‘penalty rates’, il presidente della Fair Work Commission Iain Ross ha ammesso che lavorare la domenica “crea un più alto disagio rispetto al sabato, ma questo disagio è molto inferiore rispetto al passato”.
Quindi la sacralità della domenica è ormai un retaggio del passato? Se è vero che gli australiani che vanno a messa la domenica sono diminuiti (dal 11,4% del 2004 al 10,5% del 2014, fa notare lo stesso Fair Work), il cambiamento nell’ultimo decennio non è così marcato come quello avvenuto tra gli anni ’70 e ’80 (quando si passò dal 36% al 25% secondo i dati del National Church Life Survey). Ma, al di là dell’aspetto religioso, la domenica continua ad essere per la maggior parte delle persone il giorno in cui si sta tutti insieme in famiglia o si portano i figli a fare sport. Per questo, coloro che devono lavorare in questo giorno della settimana vengono ricompensati, o con compensi orari più elevati o in base a contratti aziendali più vantaggiosi (da cui sono coperti, ad esempio, i dipendenti dei grandi supermercati che non verranno toccati dai recenti tagli).
Il governo e i commercianti assicurano che i tagli alle indennità porteranno a un incremento dell’impiego, con più esercizi commerciali che decideranno di aprire la domenica e quindi più assunzioni e più ore lavorative per gli attuali dipendenti. Un ragionamento che funziona sulla carta ma che viene smentito da quanto già successo in passato con i tagli del 2014 per i lavoratori dell’industria della ristorazione e del catering: nessuno dei commercianti chiamati a testimoniare dalla Fair Work Commission ha detto infatti di aver aumentato il numero di dipendenti o l’ammontare delle ore a loro assegnate dopo la diminuzione delle ‘penalty rates’ di tre anni fa.
Se questo non avverrà neanche stavolta e in cambio si chiederà un sacrificio a dei lavoratori tra i meno pagati d’Australia (in media $524 a settimana nel settore della ristorazione, contro una media generale di $1.163), allora sarà la conferma che la sacralità della domenica sarà pur passata di moda ma il detto ‘piove sempre sul bagnato’ è attuale come non mai.