WASHINGTON – Non si placano le polemiche per ogni nuova nomina della squadra di governo indicata dal neo eletto presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Gli ultimi nomi indicati sono quelli di Scott Bessent alla guida del Tesoro e di Brooke Rollins per il Dipartimento dell’Agricoltura.
Rollins, ex consigliera politica della prima amministrazione Trump è presidente dell’America First Policy Institute, il gruppo guidato da ex funzionari del governo del tycoon che ha trascorso mesi a pianificare il secondo mandato. Alleata di Jared Kushner, genero di Trump, Rollins è stata in pole position per diventare chief of staff, ruolo poi aseggnato a Susie Wiles.
Scott Bessent, invece, è un miliardario 62enne del South Carolina, fondatore della società di investimento Key Square capital management che, negli ultimi mesi è diventato il più importante consigliere economico di Trump, difendendolo per tutta la campagna elettorale sulla proposta di imporre dazi estremi, nonostante l’opposizione di Wall Street che teme guerre commerciali e l’impennata dei costi per gli americani.
Se confermato, Bessent sarà alla guida di uno dei dipartimenti più importanti del governo, con il compito di attuare la politica fiscale, gestire il debito nazionale, guidare i regolatori finanziari, controllare le sanzioni e condurre la diplomazia economica.
Per non parlare del ruolo centrale sui dazi.
Tra i consigli che ha dato al Presidente eletto c’è quello di perseguire la politica del “3-3-3”: tagliare il deficit di bilancio al 3% del prodotto interno lordo entro il 2028, stimolare la crescita del pil del 3% attraverso la deregolamentazione e produrre 3 milioni di barili di petrolio o suoi derivati al giorno.
Intanto Trump ha incontrato il segretario generale della Nato, Mark Rutte, per fare il punto sulle sfide della sicurezza che l’Alleanza sarà chiamata ad affrontare. Nell’intento di tenere il fronte atlantico unito, Rutte ha sottolineato al neo eletto presidente americano l’importanza del sostegnno all’Ucraina per la sicurezza dell’Europa e degli Stati Uniti.
Nell’ambito di alleanze sempre più forti che uniscono la Russia con la Nord Corea e la Cina, Rutte ha posto l’accento sulla necessità di affrontare le sfide “collettivamente”, con una rinnovata compattezza dell’Occidente.