Benché non sia stato detto uffi cialmente, la voce è la sulla bocca di tutti: quello che verrà presentato domani, martedì 8 maggio, sarà un budget pre-elettorale. L’ultimo prima del ritorno alle urne previsto nella prima metà del 2019. Un budget importante, quindi, dal punto di vista politico prima ancora che economico, con cui il governo cercherà di imprimere un segno forte alla campagna elettorale e con l’opposizione che risponderà probabilmente in maniera altrettanto incisiva nel ‘contro-budget’ che il leader laburista Bill Shorten presenterà giovedì.
In vista di conoscere i dettagli, cosa possiamo aspettarci dalla Finanziaria di domani?
Innanzitutto, tagli fi scali. In base a quanto dichiarato ieri dal ministro del Tesoro Scott Morrison, gli sgravi dovrebbero andare prima di tutto a benefi cio delle famiglie dei ceti medio-bassi, per poi estendersi in un secondo momento anche alle fasce di reddito più alte. Morrison ha difeso la decisione di tagliare le imposte sul reddito, ammettendo che gli sgravi non saranno “mastodontici” ma rappresenteranno comunque un “aiuto reale” per coloro che hanno visto i loro stipendi rimanere gli stessi nonostante l’inflazione.
Per dare al taglio alle tasse una giustifi cazione più ampia della mossa elettorale, negli ultimi tempi si è sentito molto parlare del rapporto tra gettito fi scale e Pil. Due anni fa, il governo si era auto-imposto un tetto sulla tassazione pari al 23,9% del Prodotto interno lordo e, qualora gli sgravi fi scali non venissero inseriti nel budget di domani, questo tetto verrebbe sfondato. Cosa che, a parere di Scott Morrison, sarebbe un rischio per l’economia.
Molti economisti in realtà non sono d’accordo: l’aumento del rapporto tra gettito fi scale e Pil signifi ca semplicemente che l’economia sta andando bene. Ad esempio, tra il 2004 e il 2006, all’apice del boom minerario, il gettito fi scale era pari al 24,3% del Pil. Deloitte stima che nel budget di quest’anno il governo potrà contare su 7 miliardi in più del previsto (che diventeranno 7,2 il prossimo anno). Allora perché non investire queste entrate extra nel risanamentodel defi cit e del debito pubblico?, si chiedono in molti. Ma i tempi in cui si gridava all’emergenza defi cit sembrano essere ormai lontani. Il ministro del Tesoro risponde che la priorità è raff orzare l’economia e investire sui servizi essenziali. E, ovviamente, tagliare le tasse che, in vista della campagna elettorale, sicuramente aiuta.
Per il ministro ombra del Tesoro Chris Bowen, intervistato ieri dalla Abc, il tetto sul gettito fi scale signifi ca invece che il peso del debito ricadrà sulle generazioni future. Il surplus non superiore allo 0,5% del Pil lascerà l’Australia vulnerabile come “un tappo di sughero nell’oceano dell’incertezza economica internazionale”, ha detto Bowen, sottolineando la necessità di avere surplus di bilancio “forti e sostenibili” in grado di resistere alle crisi globali.
Sembra la storia della cicala e della formica, con Morrison che canta e balla godendosi un periodo di prosperità economica e Bowen che pensa a risparmiare in vista dell’inverno. Quale visione attirerà più simpatie da parte degli elettori?
Il piano laburista, che verrà annunciato a due giorni da quello del governo, punta a incrementare le entrate riducendo gli sconti fi scali quali gli sgravi sui redditi da capitale e i crediti d’imposta e abolendo il ‘negative gearing’. Ma, dice Bowen, che si rifi uta di dipingere il partito laburista come il partito delle tasse, “grazie al diffi cile lavoro di riforma fatto, saremo in grado di pensare sia al risanamento del budget e al ritorno in attivo che a riforme fi scali che benefi ceranno i redditi medio-bassi”. La proposta laburista sarà sia “equa” che “responsabile”, aggiunge, presentando il ritorno in surplus e gli aiuti alle fasce meno benestanti come entrambi raggiungibili grazie alle entrate attuali, all’eliminazione dei suddetti benefi ci per i redditi più alti e senza lo “spreco” dei tagli alle grandi imprese. Quest’ultimo è il grande interrogativo del budget di domani, soprattutto dopo che i risultati della commissione reale d’inchiesta sulle banche hanno gravemente minato la fi ducia nei confronti non solo del sistema dei servizi fi nanziari ma di tutte le corporation. Nonostante ciò, e nonostante l’impopolarità della misura in parlamento, gli sgravi dovrebbero arrivare e venerdì scorso il ministro delle Finanze Mathias Cormann li ha addirittura defi niti “il taglio fi scale più importante”: “Se continuiamo a danneggiare le aziende in Australia imponendo delle tasse più alte di quelle che i loro concorrenti pagano altrove, perderemo investimenti e posti di
lavoro” ha detto.
I progetti infrastrutturali, dalle strade alle ferrovie, rappresenteranno un’altra importante voce di spesa nel budget. Gli investimenti più consistenti andranno a Victoria e Queensland, con 5 miliardi di dollari per costruire il collegamento ferroviario tra l’aeroporto di Melbourne e la città, un miliardo per allargare la superstrada tra Brisbane e la Gold Coast, 800 milioni per la Bruce Highway e 390 milioni per i treni della Sunshine Coast. Per il Western Australia ci sarà mezzo miliardo destinato alla linea ferroviaria di Ellenbrook, mentre al South Australia andranno 177 milioni.
Un altro capitolo importante della Finanziaria di domani sarà quello dei servizi agli anziani. Verrà presentato un piano per tagliare le lunghe liste d’attesa per ricevere i pacchetti di aiuti per continuare a vivere a casa propria invece che in una casa di riposo, con priorità data alle 60mila persone che fi nora non hanno ricevuto nessun tipo di supporto
pur avendone diritto.
Il ministro della Salute Greg Hunt ha promesso che sarà un budget generoso anche nei confronti del settore sanitario, con importanti stanziamenti in particolare per la salute mentale, con un focus sulla
prevenzione dei suicidi e la ricerca.
Molto atteso lo stanziamento di 50 milioni di dollari destinato alla creazione dell’Agenzia spaziale australiana, che sarà affi data alla guida dell’ex capo del Csiro Megan Clark, che darà uffi cialmente il via alla ‘corsa allo spazio’ dell’Australia.
Nella colonna delle entrate, il governo punta a raccogliere 3,6 miliardi di dollari nell’arco di quattro anni grazie a un giro di vita sul tabacco di contrabbando che dovrebbe impedire a 864 tonnellate di tabacco di evadere il fi sco ogni anno.