Ieri il partito laburista del premier in carica Daniel Andrews e la Coalizione guidata dal leader liberale Matthew Guy, i principali sfidanti delle prossime elezioni statali del Victoria, hanno dato il via ufficiale alle rispettive campagne elettorali.

Il giorno prima, invece, erano stati i Verdi ad aprire la propria campagna elettorale nella sede di Prahran, seggio, tra l’altro, in cui nella precedente tornata venne eletto Sam Hibbins, membro del partito guidato da Richard Di Natale.

Già da qualche settimana, soprattutto le maggiori forze politiche, avevano annunciato alcuni dei progetti che, in caso di vittoria il prossimo 24 novembre, si impegneranno a portare avanti, dalle infrastrutture, ai trasporti, all’energia, nonché diversi piani sulle tematiche sociali, economiche, dell’istruzione e della sanità.

Ma soltanto con gli eventi di ieri possiamo dire ufficialmente aperta la campagna elettorale.

L’evento di lancio del partito laburista è stato organizzato all’interno della Monash University, in un Alexander Theatre gremito di centinaia di sostenitori del partito di Bill Shorten. Il premier del Victoria Daniel Andrews, salito sul palco in compagnia della moglie e dei tre figli, ha lanciato una proposta che coinvolge un settore, quello sanitario, che nella precedente elezione del 2014 aveva visto un gran numero di infermieri e paramedici particolarmente attivi nella campagna a favore dei laburisti.

Il progetto presentato ieri alla Monash, del valore di 1,38 miliardi di dollari, prevede l’assunzione di 1100 nuovi infermieri e ostetriche, 90 paramedici e l’acquisto di 23 nuove ambulanze, oltre che la costruzione o l’ampliamento di dieci ospedali e il finanziamento di ulteriori cinquecentomila servizi medici specialistici nelle aree regionali.

“Abbiamo fatto quello che avevamo promesso: mettere le persone al primo posto”,  ha detto Andrews ribadendo il concetto che ha molte volte espresso in questi mesi finali di legislatura,  ovvero che le promesse elettorali del 2014 siano state, per la maggior parte, mantenute.

“In tutta la città e in tutto lo Stato ci sono gru nel cielo e ruspe nel terreno, scarpe nel fango e passaggi a livello rimossi”, ha ribadito un trionfante Andrews.

Gli investimenti per ripristinare il progetto TAFE nel Victoria e l’ambizioso piano di rimozione dei passaggi a livello sono stati alcuni dei punti nodali rilanciati dal palco della Monash. I vertici laburisti sperano possano costituire il volano che consentirà a Daniel Andrews di diventare il primo premier in carica, in più di un decennio, a conquistare un secondo mandato.

A pochi chilometri dalla sede della Monash,  nella zona di Ivanhoe, quasi in contemporanea con il suo sfidante, Matthew Guy saliva sul palco per lanciare la propria campagna. 

Il discorso del leader liberale del Victoria, in linea con quanto già sentito sia durante suoi precedenti interventi sia da membri del governo federale (come Peter Dutton, articolo a pagina 15), si è concentrato molto sul tema dell’immigrazione e della sicurezza.
In particolare Matthew Guy ha accusato l’esecutivo Andrews di avere perso il controllo del territorio, anche in ragione di una mancata, o quantomeno poco puntuale, valutazione del fenomeno dell’incremento demografico, che avrebbe causato, come conseguenza, l’aumento del costo della vita e ricadute negative, reali o percepite, in termini di sicurezza pubblica.

Ma per Guy, evidentemente alla ricerca di tematiche più efficaci possibili per cercare di aumentare le proprie chances di vittoria, l’occasione era troppo ghiotta per non puntare il dito contro i problemi di natura giudiziaria in casa laburista, promettendo di condurre un’approfondita inchiesta sullo scandalo delle magliette rosse: “Non lascerò che i laburisti se la scampino - ha detto - Non lascerò che la loro corruzione resti impunita”. “Che genere di messaggio mandiamo ai nostri figli - ha tuonato un combattivo Matthew Guy dal palco di Ivanhoe - che la legge si applichi solo a qualcuno, e non a quelli che occupano posizioni importanti? Bene, si applica anche a loro e verrà applicata”.

Ma i due punti forti della campagna di Guy restano quello della sicurezza e quello del decentramento demografico con lo sviluppo delle aree regionali.

“Galera vorrà dire galera - ha affermato il leader liberale del Victoria. Metteremo la parola fine a questo problema delle bande criminali, andranno in galera”. Ribadito, poi, anche l’impegno, qualora dovesse andare al governo, di chiudere le strutture pubbliche dove è possibile iniettarsi, in ambiente controllato, eroina e ‘ice’.

In materia di decentramento e in risposta all’incremento demografico di Melbourne, Matthew Guy ha lanciato anche una proposta fiscale, con il taglio dell’attuale imposta sui salari (payroll tax) che per le aziende delle aree regionali è già al 2.45% e che, in caso di vittoria della Coalizione, scenderebbe all’1%: “Questa iniziativa creerà più posti di lavoro nelle aree regionali e [contribuirà] a decentralizzare il nostro Stato - ha spiegato - incoraggiando più persone ad avviare la propria attività, andando a creare in tal modo la base più importante della nostra economia che è la piccola impresa”.

All’esterno un gruppo di attivisti sindacali, provocatoriamente travestiti da aragoste (in riferimento alla nota vicenda della discussa cena nel ristorante Lobster Cave a cui il leader liberale ha partecipato nel 2017) ha provato a disturbare la manifestazione di apertura della campagna della Coalizione alla quale, peraltro a differenza di quanto stava accadendo all’Alexandre Theatre dove Bill Shorten è salito sul palco per affiancare il suo premier, nessun membro del governo federale ha preso la parola. Era presente, ma solo come spettatore, il ministro del Tesoro federale Josh Frydenberg che, infatti, non è intervenuto pubblicamente.

Con uno degli ultimi sondaggi che vede i laburisti in testa con il medesimo vantaggio con il quale hanno vinto le elezioni del 2014, ovvero 52 contro 48 per cento sul voto di preferenza, la sensazione (articolo a pagina 16) è che a livello federale la Coalizione utilizzi molta precauzione nell’esporsi, almeno in questa fase iniziale di campagna elettorale anche tenendo conto dell’effetto ‘Wentworth’ ancora decisamente forte.  

Tra instabilità di leadership e politiche poco chiare su materie molto rilevanti, soprattutto per un elettorato tradizionalmente progressista  anche tra i liberali, quale è quello del Victoria, dalle fila del governo Morrison si cercherà di fare meno danni possibili per le elezioni del prossimo 24 novembre.