Ci risiamo: a parte il clamoroso problema di partenza (in questo caso la relazione extraconiugale con le ovvie conseguenze a livello personale per tutte le parti interessate), la maggior parte dei politici, presi come sono dai loro interessi e dalla loro ambizione, non sono mai disposti ad accettare le loro responsabilità e pagare le conseguenze dei loro errori senza cercare in tutti i modi di ‘resistere’, augurandosi che la tempesta in qualche modo passi. Un rimandare, il più delle volte, l’inevitabile creando ancora più problemi per loro e per il partito che rappresentano. In questo caso anche per i partner della Coalizione e di conseguenza il governo.

Barnaby Joyce alla fine, probabilmente, andrà a sedersi per un po’ sui banchi dell’anonimato, il più lontano possibile dalla luce dei riflettori.

Potrebbe succedere subito dopo o addirittura durante la settimana di ‘riflessione’ che si è preso, soprattutto per non causare ancora più danni a Malcolm Turnbull che, impegnato in una missione negli Stati Uniti, non poteva di certo lasciare il Paese in mano al leader dei nazionali. Ecco allora, con la vice leader liberale Julie Bishop in Gran Bretagna, la soluzione del primo ministro a tempo limitato di fiducia, il ministro delle Finanze Mathias Cormann. Una buona idea dopo una settimana abbondante di cattive idee, perché se i politici sono sempre poco propensi a farsi da parte anche quando sarebbe la cosa più ovvia e sensata da fare, chi li consiglia li consiglia decisamente male.

Il ‘caso Joyce’ , infatti, poteva essere risolto in tempi record senza paralizzare il governo e concentrare l’attenzione del Paese su una vicenda che, se non avesse lunghe ombre di protezione e favori a spese dei cittadini, sarebbe rimasta, o almeno avrebbe dovuto rimanere, strettamente privata. Ma gli incarichi di rilievo e ben stipendiati, con posizioni addirittura create dal nulla, della giovane nuova compagna di Joyce, hanno reso più che giustificate le rivelazioni dei media e l’interesse del pubblico sulla relazione extraconiugale del ministro.

Ma, ritornando a Joyce e ai consigli che lasciano a desiderare: se il vice primo ministro e responsabile dell’Agricoltura, dal primo giorno della ‘crisi’, avesse accettato di avere commesso una serie di errori (lasciando da parte quelli che riguardano la sua sfera privata) di valutazione, si fosse dimesso  dall’incarico di ministro e si fosse auto-esiliato sui ‘backbenches’, la storia sarebbe probabilmente finita nel giro di 48 ore senza ulteriori clamori. Ma Joyce ha invece scelto la ‘solita’ strada del cercare di difendere l’indifendibile e ha costretto il primo ministro a fare i salti mortali in Parlamento per dare l’impressione di avere ancora completa fiducia nel suo vice. Sotto tiro anche i nazionali in generale con le abbastanza scontate divisioni interne su basi morali, politiche, di amicizia.

Poi, a complicare tutto, è arrivata un’altra scelta sbagliata: un’invasione di campo che nessun partito apprezza e meno che meno i nazionali. Turnbull per mostrare coraggio, autorità e decisione è andato ad inventarsi, in stile Usa, il divieto di relazioni a sfondo sessuale tra i ministri e i loro collaboratori. Decisione applauditissima ieri in tv da Scott Morrison che ha avvertito tutti i colleghi che è finita la storia della privacy in questo campo, chi sbaglia paga con la denuncia pubblica dell’errore e la perdita immediata dell’incarico. Il ministro del Tesoro ha anche criticato Bill Shorten e la sua vice Tanya Plibersek per non avere immediatamente appoggiato la proposta di Turnbull.

Il primo ministro, giovedì scorso, cercando di mostrare iniziativa e fermezza, è andato un po’ oltre ad aspettative e necessità, criticando apertamente il leader dei nazionali per le sue scelte ed invitandolo, di fatto, a riflettere bene sul suo futuro. ‘Gaffe’ di straordinarie proporzioni. Joyce, che ovviamente non sta vivendo uno dei migliori periodi della sua vita, non è sicuramente il tipo che incassa silenziosamente e così la riposta è stata pubblica e al vetriolo per gli attacchi definiti ‘inetti’ e ‘ non necessari’ del primo ministro. Frattura netta tra capo e vicecapo davanti agli occhi della nazione. Liberali contro nazionali, che in fatto di suscettibilità non scherzano di certo, forti del fatto che nell’ultima tornata elettorale sono stati loro che hanno tenuto a galla la Coalizione.

Ferita apertissima tra i due leader con disperato tentativo di una veloce ricucitura dello strappo con un incontro riservato, a tu per tu, a Sydney sabato sera. Un incontro che Turnbull e Joyce avrebbero dovuto avere prima dello scambio di opinioni in diretta, senza preavvisi e consultazioni, con danni di notevole portata per il futuro del governo.

Proprio in un momento in cui la Coalizione aveva dato qualche segno di risalita nei sondaggi ,approfittando di alcuni lisci di Shorten, è arrivata una grana che Turnbull non ha affrontato nel migliore dei modi, anzi ha incredibilmente infiammato la situazione gettando benzina sul fuoco. Difficile da comprendere come due leader esperti possano essere stati così irresponsabili. La relazione di Joyce con Vikki Campion era nota all’interno della Coalizione ben prima delle rivelazioni dei media: possibile che nessuno abbia pensato di organizzare un piano per affrontare pubblicamente la situazione quando la notizia sarebbe diventata di dominio pubblico? Vikki Campion dopotutto aspetta un bambino e Joyce ha annunciato di aver lasciato la moglie già qualche tempo fa. La relazione, i trasferimenti da un ufficio all’altro della nuova partner, il bambino/a che nascerà e nessuno si è preoccupato di farsi trovare pronto, con una linea di ‘difesa’ condivisa tra liberali e nazionali per ammettere, spiegare e chiudere l’argomento prima che diventi un caso. 

“Sabato Turnbull e Joyce si sono spiegati”, hanno detto in ‘coro’ liberali e nazionali (Morrison ha assicurato che il rapporto è stato rinsaldato e continuerà a lungo), ma sembra invece che gli ex agrari stiano già lavorando per un possibile dopo Joyce, con tanto di ipotesi di sfida per la leadership se non arriverà il getto della spugna. 

Non ha resistito a dire la sua in merito Tony Abbott: “Non ho mai dato consigli in pubblico ai miei colleghi e specialmente a quelli di un altro partito”. E, giusto per intenderci: “Non voglio criticare nessuno, ma è ridicolo proibire relazioni sessuali fra ministri e staff, la politica non è una competizione per diventare santi”.  Turnbull, al contrario di Joyce, è abituato ad incassare.