NEWCASTLE - Durante il weekend, 170 attivisti climatici sono stati arrestati mentre una nave in arrivo ha dovuto posticipare l’attracco.

L’azione di protesta era iniziata venerdì con una manifestazione che originariamente doveva durare tre giorni, coinvolgendo surfisti, kayakisti, zattere  e piccole imbarcazioni scesi in acqua per bloccare le operazioni portuali. La polizia del New South Wales ha confermato che 156 adulti e 14 minori sono stati accusati di “interruzione di una maggiore infrastruttura” o di “mancato rispetto delle direttive”.

Secondo il vice commissario di polizia, David Waddell, ci sono stati rischi gravi per la sicurezza. “Abbiamo dovuto recuperare 34 persone dall’acqua, alcune non erano in grado di tornare a riva da sole. In un caso, un bambino di 12 mesi è stato visto su un kayak”. Un agente ha riportato la frattura di una caviglia durante un arresto.

Nonostante i tentativi di ostruire il passaggio dei cargo, il porto è rimasto operativo. Da venerdì mattina, oltre 28 navi sono transitate, sebbene un portavoce abbia confermato che una di esse ha dovuto ritardare l’ingresso.

La protesta, sostenuta dal leader dei Verdi Adam Bandt e dal musicista Peter Garrett, mira a fermare l’espansione dei progetti di carbone e gas in Australia. “Non si può spegnere un incendio gettandoci sopra benzina”, ha dichiarato Bandt.

Di contro, critiche severe sono arrivate dal ministro statale ombra di Polizia Paul Toole, che ha definito gli attivisti “pestilenze” che “distruggono le vite dei lavoratori australiani”.

Con la revoca dell’esclusione marittima da parte della Corte Suprema del NSW, le proteste si sono allargate. Rising Tide sostiene che il porto contribuisce all’1% delle emissioni globali, giustificando così la sua azione.

Le proteste, caratterizzate da deliberate infrazioni alle ordinanze, stanno mettendo in evidenza le crescenti tensioni tra i movimenti ambientalisti e le autorità statali e federali.