I servizi di sicurezza italiani spiarono i Beatles. A rivelarlo, proprio in occasione dell’ottantesimo anniversario della nascita di John Lennon e 55 anni dopo la tournée italiana della band è Guido Crapanzano, classe 1938, numismatico di fama internazionale, con trascorsi illustri nella musica leggera.
“Quando i Beatles nell’estate del 1965 vennero in tournée in Italia, io con il mio complesso, ovvero ‘Guidone e gli Amici’, fummo scelti per aprire i concerti di Milano, Genova e Roma. Gli altri artisti-spalla erano Fausto Leali, Peppino Di Capri, i New Dada con Maurizio Arceri, Le Ombre e Angela. Risiedevamo tutti negli stessi alberghi, ma soltanto a me era consentita una singolare familiarità con il quartetto di Liverpool e il loro management - sottolinea Crapanzano - perché ero l’unico a esprimermi correttamente in inglese. Mi collocavano sempre in una stanza accanto alla loro. Quando c’era bisogno di qualcosa (talvolta, non mi vergogno di confessarlo, persino una bottiglia di acqua minerale) bussavano, chiamavano me: insomma una sorta di valletto fidato. Le due occhiute guardie del corpo posizionate ininterrottamente davanti alla porta della loro camera facevano passare solo Mister Guidone”.
E qui Crapanzano per la prima volta riferisce un dettaglio significativo: “Poco prima dell’arrivo dei Beatles fui avvicinato da una persona che mi venne presentata dal responsabile della sicurezza del Velodromo Vigorelli: disse che era un giornalista, ma il modo di comportarsi e le domande che mi fece, mi indussero a pensare piuttosto a un uomo degli apparati di informazione e sicurezza. Non voleva un’intervista, ma soltanto ragguagli sull’ambiente italiano dei musicisti e segnatamente sui quattro artisti inglesi: la preoccupazione maggiore mi sembrò fosse riferita all’uso di stupefacenti. Fui felice di testimoniargli a fine tournée che l’unica droga di cui John, Paul, George e Ringo dimostravano di fare ampio uso era la musica”.
I Beatles si esibirono in Italia tra il Velodromo Vigorelli di Milano, il Palasport di Genova e il cinema-teatro Adriano di Roma. Nella capitale la band e gli accompagnatori si fermarono tre notti, alloggiando all’Hotel Parco dei Principi, struttura all’epoca di assoluto gradimento per i servizi segreti.