Il 1975 segna una svolta epocale nella storia della musica: è l’anno in cui la disco music smette di essere un fenomeno sotterraneo e s’impone al centro della scena, trasformando la pista da ballo nel cuore pulsante della cultura pop. Prende così vita un movimento che unisce generi diversi come soul, funk, R&B e pop, fondendoli in un unico grande groove collettivo. La parola d’ordine è una sola: ballare. A dare il via all’ondata disco globale è “The Hustle” di Van McCoy, pubblicata nel giugno 1975. Questo brano strumentale, con la sua linea di basso elegante, i fiati morbidi e l’arrangiamento orchestrale, diventa immediatamente un inno da pista e ispira un vero e proprio ballo (The Hustle) che dilaga nei club di New York, passando per l’Europa e l’Italia conquistando persino le classifiche: sarà primo nella Billboard Hot 100 e vincerà un Grammy Award. È la consacrazione del sound disco come genere autonomo. Sempre nel 1975 esplodono i K.C. and the Sunshine Band con “That’s the Way (I Like It)”, hit dal ritmo trascinante e dal testo esplicitamente sensuale, e “Get Down Tonight”, famoso per l’intro con chitarra accelerata. Il gruppo della Florida porta un mix irresistibile di funk, soul e pop che anticipa l’energia colorata della disco più commerciale. Il brano diventa una delle colonne sonore dell’anno, raggiungendo il primo posto nelle classifiche americane. Nello stesso anno fa il suo debutto Donna Summer (nella foto) con un brano destinato a rivoluzionare la musica dance: “Love to Love You Baby”. Prodotto dal geniale Giorgio Moroder, il pezzo, con i suoi sospiri e il ritmo pulsante, rompe tabù e ridefinisce i confini della sensualità in musica. Lunga oltre 16 minuti nella sua versione originale, è una vera suite da discoteca, ipnotica e provocatoria. È il segnale che qualcosa di nuovo sta davvero accadendo. “Never Can Say Goodbye”, già pubblicata a fine ‘74, con la voce potente di Gloria Gaynor esplode nel 1975 e s’impone come uno dei primi successi disco veri e propri. Ma il ‘75 è anche l’anno in cui molti altri artisti danno il loro contributo alla nascita del fenomeno disco. “Kung Fu Fighting”, scritta e interpretata dal cantante giamaicano-britannico Carl Douglas, diventa famosa per il suo ritmo incalzante e l’uso ironico e teatrale di suoni e riferimenti alle arti marziali, che in quel periodo vivono un vero boom culturale grazie a film come quelli di Bruce Lee. Labelle con “Lady Marmalade”, esplosione di funk, soul e femminilità. Il brano, con il celebre ritornello in francese “Voulez-vous coucher avec moi?”, è una dichiarazione di potere femminile e una delle hit più audaci dell’anno. Le tedesche Silver Convention con “Fly, Robin, Fly”, hit che diventa un successo internazionale, con un testo ridotto al minimo (solo sei parole!) ma un groove irresistibile. Un capolavoro della disco minimale europea che domina le classifiche. Ritmo semplice, molto ballabile è quello di “Shame Shame Shame” di Shirley & Company, mentre Doctor’s Orders” è una delle prime hit disco cantate da una donna afroamericana, Carol Douglas. “You Sexy Thing” degli Hot Chocolate, uno dei brani più iconici dell’era disco, mescola elementi di soul, funk e disco in un mix irresistibile, reso celebre dal falsetto sensuale e dal ritornello memorabile: “I believe in miracles…”. “You Should Be Dancing” segna la svolta disco dei Bee Gees. Il falsetto di Barry Gibb e il ritmo funky sono il marchio della nuova era della band australiana che dominerà la seconda metà del decennio. La musica dance del 1975 non è solo intrattenimento: è emancipazione, identità, appartenenza. La disco diventa la colonna sonora di questa rivoluzione, che passerà alla storia.

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