Il 6 di gennaio, tredici giorni dopo il Natale, in Uruguay si festeggia il “Día de reyes” (il giorno dei Re Magi), o come si chiama ufficialmente dal 1919 quando lo stato uruguaiano decise di rendere laiche le feste di origine religiosa, “Día de los niños”, la giornata dei bambini.
La festa ha origine cristiana, in moltissimi Paesi sudamericani continua ad essere una delle date più importanti del calendario dei credenti. Si celebra l’arrivo dei Re Magi Melchiorre, Baldassarre e Gaspare a Betlemme, giunti al seguito della famosa cometa che li avrebbe guidati fino alla capanna dove era nato Gesù, per omaggiarlo con oro, incenso e mirra, riconoscendolo come figlio di Dio e rivelandone la natura divina al mondo.
In Uruguay, anche se la festa è ufficialmente laica, si segue ancora l'usanza spagnola, che vuole che i bambini scrivano una lettera ai Magi qualche giorno prima, e la notte tra il 5 e il 6 gennaio, prima di andare a dormire, lascino qualcosa da mangiare e da bere per i cammelli su cui viaggiano i Magi e una scarpa per ogni persona della casa, dove saranno deposti i doni di ciascuno.
Questa data in Italia e in altri Paesi del mondo, viene invece chiamata ‘Epifania’, in quanto con l’arrivo dei Re Magi alla capanna avvenne la prima rivelazione della natura divina di Gesú. Anche se è piú forte la tradizione religiosa, anche in Italia vi è stata una sorta di “laicizzazione” della festa, e nell’immaginario collettivo dei bambini italiani i Re Magi sono stati sostituiti dalla befana, una 'strega' che vola su una scopa magica e regala dolci, invece che doni, ai bambini che si sono comportati bene e carbone (spesso ovviamente finto carbone, commestibile e dolce) a quelli che si sono comportati male durante l’anno, lasciandoli in una calza invece che in una scarpa.
Insomma, non importa che si celebrino i Magi, l’Epifania o l’arrivo della befana, quello che importa è che il 6 gennaio i bambini passino una bella giornata con la famiglia, felici e contenti con i regali o i dolci ricevuti nella data che, dopo Natale e Capodanno, "tutte le feste si porta via”, come dice il proverbio.