MILANO - Sono state mandate a processo per l’accusa di omicidio preterintenzionale, le due guardie giurate che intervennero per bloccare Giovanni Sala, 34 anni, davanti alla sede di Sky a Rogoredo, periferia sud di Milano, mentre era “in evidente stato di alterazione”. 

Lo ha deciso al termine dell’udienza preliminare la gup Patrizia Nobile, accogliendo la richiesta di rinvio a giudizio per i due imputati di 46 e 64 anni formulata dal pm di Milano Alessandro Gobbis, e fissando la prima data del processo per il 19 maggio davanti alla Corte d’Assise.  

Secondo la ricostruzione degli inquirenti nelle indagini della Squadra mobile, quella notte Sala morì per arresto cardiaco dopo essere stato bloccato a terra dai vigilantes con un ginocchio sulla sua schiena per più di un minuto.  

La Procura, dopo gli accertamenti, aveva modificato l’accusa da omicidio colposo a preterintenzionale, e il pm ha dichiarato che, in quell’azione nei confronti di Sala, i due vigilantes diedero “sfogo ad istinti violenti e inutilmente prevaricatori”.  

L’uomo, che aveva assunto alcol e droga, fu immobilizzato in modo violento, quando non c’era “alcuna necessità di tutelare persone o cose da pericoli concreti”. Sala, scrive il pm, urlava frasi sconnesse come “mi stanno inseguendo, chiamare police”. 

Sono parti civili i familiari di Sala, ossia i genitori, il fratello e gli zii del trentaquattrenne, rappresentati dagli avvocati Andrea Orabona e Giulia Piva e che chiedono verità e giustizia. Nel procedimento è stata citata come responsabile civile la società Italpol Vigilanza, per la quale gli imputati lavoravano.