SALERNO - È la nave dei migranti bambini quella attraccata al molo Manfredi del porto salernitano. Su 252 persone a bordo, recuperate in quattro diverse operazioni di salvataggio, in 98 hanno meno di 18 anni. Una nave, quella della Ong Solidaire con bandiera tedesca, di ragazzini che, silenziosi, hanno atteso pazientemente prima di scendere a terra le disposizioni dagli operatori umanitari impartite in particolare in francese. Negli occhi la stanchezza di racconti che spesso rimarranno senza voce. Storie di violenze e soprusi che si portano dentro. Da loro qualche accenno di saluto a chi stava sulla banchina ad aspettarli. Fuggono dalle guerre: la maggior parte di loro viene dalla Somalia, dall’Eritrea, dal Mali.
Dei 98 giovanissimi arrivati, quattro ragazze sono accompagnate, otto non accompagnate, due ragazzi accompagnati e 84 quelli che hanno viaggiato da soli. Gli adulti sono 127 uomini e 27 donne. Provengono, tra l’altro, da Guinea, Costa d’Avorio, Mali, Niger, Nigeria, Ghana, Burkina Faso, Gambia, Egitto, Eritrea, Sudan, Somalia, Siria, Egitto. Sulla nave anche tre donne incinte, oltre a persone che hanno subìto maltrattamenti o con problemi psicologici. Per i migranti, soprattutto i più giovani forse un nuovo inizio.
Allo sbarco era presente l’assessore alle Politiche Sociali e Giovanili del Comune di Salerno, Paola de Roberto, che ha evidenziato come “il numero di minori non accompagnati è molto elevato rispetto agli ultimi sbarchi. Se superano i 14 anni verranno gestiti dalla Prefettura, altrimenti saranno in carico del Comune salernitano. La maggior parte di loro rimarrà in regione, altri andranno in Molise o in Puglia. Quelli che rimangono in carico alle Politiche sociali, resteranno sul nostro territorio. Siamo in attesa di capire anche lo stato di salute. Abbiamo notizie di violenze su donne, uomini e sui bambini. Noi abbiamo anche una rete anti-tratta, come città di Salerno, che abbiamo attivato”.
Il prefetto del capoluogo campano, Francesco Esposito, ha rimarcato che “l’attenzione dedicata ai minori è ovviamente maggiore perché sono soggetti più vulnerabili. Al momento stiamo esaminando gli aspetti puramente sanitari, poi avremo modo di approfondire le singole situazioni per capire se ci sono soggetti che necessitano di assistenza psicologica o ulteriori verifiche sanitarie. Come in ogni sbarco, ci saranno persone vittime di violenze o con problematiche di salute presenti già in partenza o sopraggiunte durante il viaggio”.