CANBERRA - Il governo Albanese ha deciso di abbandonare il discusso disegno di legge sulla disinformazione dopo il mancato sostegno da parte di qualsiasi senatore non appartenente al Partito laburista.

La proposta di legge prevedeva sanzioni fino al 5% del fatturato annuale delle piattaforme online che non avessero arginato la diffusione di contenuti falsi. La legge ha incontrato una forte opposizione, critiche pervenute da più parti l’hanno definita “anti-libertà di espressione” e “censura statale”.

Domenica, il ministro delle Comunicazioni Michelle Rowland ha confermato che il governo non procederà con la misura. “Non esiste alcun percorso per portare avanti il disegno di legge sulle Comunicazioni (Combating Misinformation and Disinformation) del 2024”.

La proposta era un elemento centrale dell’agenda politica del Partito laburista e aveva richiesto oltre un anno di sviluppo e consultazioni. Nonostante il lavoro investito, ha fallito nel raccogliere il sostegno necessario al Senato, dove la Coalizione, i Verdi e altri indipendenti si sono opposti.

Il governo ha ora intenzione di esplorare alternative per regolamentare i contenuti online. Tra queste, il rafforzamento delle leggi contro i deepfake non consensuali e l’introduzione di norme per garantire veridicità nella pubblicità politica.

La proposta, secondo i critici, era troppo vaga e rischiava di soffocare la libertà di espressione. David Coleman, ministro ombra delle Comunicazioni, ha definito il disegno di legge “aperto agli abusi”, mentre il senatore indipendente David Pocock l’ha giudicato “totalmente inadeguato”.

La senatrice dei Verdi Sarah Hanson-Young ha affermato che il suo partito ha respinto la legge perché non affrontava le vere cause della disinformazione.

Con l’opposizione trasversale al Senato e il dissenso manifestato durante le consultazioni pubbliche, il governo si vede costretto a cercare nuove strade per combattere i problemi legati alla disinformazione senza compromettere i diritti fondamentali.