TEL AVIV - Abu Mazen ha annunciato la fine degli accordi con Israele e Usa firmati a Oslo a causa delle intenzioni del primo di voler procedere alle annessioni di parti della Cisgiordania. “L’Olp e lo Stato di Palestina - ha detto in una riunione della leadership palestinese, confermando precedenti dichiarazioni - si sentono svincolati da oggi da tutti gli accordi e le intese con gli Usa e Israele e da tutti gli obblighi che da essi derivano, compresi quelli di sicurezza”.

Abu Mazen in una riunione di emergenza svoltasi a Ramallah ha tuttavia ribadito “l’impegno” palestinese ad una soluzione del conflitto “basata sulla Soluzione a due Stati” con la disponibilità palestinese “ad accettare la presenza di una parte terza lungo i confini” tra i due Paesi. “A patto - ha spiegato - che i negoziati si svolgono per raggiungere questo obiettivo sotto auspici internazionali (il Quartetto ed altro) e attraverso una Conferenza di pace internazionale basata sulla legittimità internazionale”.

Il presidente palestinese ha dettagliato nel suo discorso le accuse al piano di pace del presidente Trump e ad Israele (“potenza occupante”) il cui nuovo governo di emergenza nazionale si sta muovendo verso le annessioni di parti di Cisgiordania. Abu Mazen ha esortato Israele ad assumersi i propri obblighi in quanto potenza occupante “con tutte le conseguenze e le ripercussioni basate sul diritto internazionale e umanitario, in particolare la Quarta Convenzione di Ginevra”. Il che riguarda, aggiunge, le responsabilità per la sicurezza della popolazione civile nei territori occupati e delle sue proprietà, il divieto di punizioni collettive, del furto di risorse, dell’annessione di terra e di trasferimenti di popolazione dall’occupante agli occupati, che “costituiscono gravi violazioni e crimini di guerra”.​

Il presidente palestinese ha inoltre ripetuto il netto rifiuto della proposta di pace statunitense e condannato la decisione dell’amministrazione Trump di trasferire l’ambasciata a Gerusalemme e riconoscere la città come capitale di Israele.

Per contro il presidente palestinese ha ripetuto il suo appoggio a uno Stato indipendente, contiguo e sovrano nelle frontiere del 1967, con Gerusalemme Est come capitale, e “una pace giusta e completa basata nella soluzione dei due Stati”.

L’annuncio arriva in un momento di particolare tensione, dopo che il governo israeliano ha annunciato l’intenzione di annettersi parte del territorio occupato della Cisgiordania, come del resto prevede il piano di pace proposto da Washington a gennaio.