L’intenso dibattito in aula nelle ultime due settimane di lavori parlamentari, in particolare per la polarizzante vicenda dei visti concessi a palestinesi in fuga da Gaza, non ha impedito a governo e opposizione di trovare accordi decisivi per il passaggo di importante riforme, tra cui quella sulla riforma dei servizi ai disabili.
Erano tanti gli interventi legislativi sui quali ci si attendeva una convergenza bipartisan, soprattutto quelli che impattano in maniera determinante sulla vita delle persone, e quanto accaduto potrebbe, quindi fare ben sperare anche per ulteriori passaggi come quello legato alla ristrutturazione della Reserve Bank, in ossequio a quanto raccomandato dai membri di una commissione di revisione indipendente della banca, voluta da Chalmers subito dopo l’elezione del governo Albanese.
Raccomandazioni che auspicavano un ripensamento completo dell’intero funzionamento della banca centrale australiana, sia nelle funzioni di governance sia nella maniera in cui vengono determinate le politiche monetarie.
Colloqui tra le parti sono in corso (vedi articolo a pagina 11), e venerdì Jim Chalmers ha provato a ‘smarcarsi’ trasferendo l’onere e la responsabilità di far progredire questo dialogo al suo omologo dell’opposizione.
“La palla è ora nel campo del tesoriere ombra”, ha detto Chalmers, che auspica che Taylor sia in grado di condurre i colleghi di Coalizione verso una soluzione bipartisan nelle aule del Parlamento.
Ma uno dei i punti dove è richiesta maggiore chiarezza, probabilmente non soltanto nelle riunioni tra governo e opposizione, ma anche a livello di opinione pubblica, è quello che ruota intorno al potere discrezionale del governo di intervenire per annullare eventuali interventi di politica monetaria che, come detto, è appannaggio della Reserve Bank. Un potere che esiste da anni ma che, nei fatti, non è mai stato utilizzato e di cui negli ultimi giorni si è tornato a parlare visto che, secondo quanto confermato da Chalmers in conferenza stampa, alcuni rappresentanti della Coalizione, in sede di commissione parlamentare, si sono detti contrari alla modifica, richiesta dalle raccomandazioni degli esperti, di tale previsione.
Chalmers si è detto pronto a valutare di “limitare i poteri di annullamento solo in capo al Parlamento in caso di circostanze eccezionali, in rare situazioni di emergenza”.
Il dibattito è aperto, sia sul senso di queste indicazioni ‘emergenziali’ sia sulla natura di indipendenza e separazione tra poteri.
L’indipendenza della Reserve Bank resterebbe tale, dicono molti economisti, anche in presenza di un potere di modifica e/o annullamento dei propri interventi. Perché l’intervento di Parlamento e governo resterebbe sottoposto a processi complessi di verifica e approvazione ma anche, in fondo, perché, politicamente farebbe molto gioco al governo di turno poter attribuire a un organo ‘terzo’ la responsabilità diretta di scelte che impattano in maniera rilevante sulle tasche dei cittadini, come, ad esempio, la lunga sequenza di rialzi del costo del denaro post pandemia.