PRISTINA - Poche ore dopo il suo annuncio di dimissioni Thaci, unitamente ad altri due suoi ex compagni d’armi nell’Esercito di liberazione del Kosovo (Uck), Kadri Veselj e Rexhep Selimi, anch’essi accusati di crimini di guerra, è partito con un aereo militare alla volta dell’Aja. Mercoledì scorso nella città olandese era stato trasferito anche Jakup Krasniqi, altro ex dirigente Uck, arrestato poco prima a Pristina su mandato di cattura del Tribunale.
Nei prossimi giorni Thaci e gli altri ex leader Uck compariranno dinanzi ai giudici per rispondere delle accuse di decine di uccisioni, torture, rapimenti, persecuzioni ai danni di serbi, rom e oppositori politici kosovari di etnia albanese. La messa sotto accusa di Thaci e degli altri ex capi Uck, era stata resa pubblica il 24 giugno scorso dal Tribunale speciale dell’Aja ma, stando alla procedura giudiziaria, aveva bisogno dell’approvazione definitiva di un giudice.
Thaci, 52 anni, era stato eletto presidente nel 2016 e il suo mandato era in scadenza il prossimo febbraio. Le sue funzioni saranno ora espletate ad interim dal capo del parlamento di Pristina Vjosa Osmani.
In luglio, poco dopo la pubblicazione delle accuse a suo carico, Thaci era già stato interrogato per quattro giorni dai giudici dell’Aja, e aveva respinto ogni accusa ribadendo la validità e legittimità della giusta ‘guerra di liberazione’ del Kosovo dall’oppressione del regime serbo di Slobodan Milosevic.
“Nessuno può riscrivere la nostra storia”, aveva detto allora al suo ritorno a Pristina, difendendo l’operato dell’Esercito di liberazione del Kosovo (Uck) la guerriglia indipendentista albanese che combattè nel conflitto armato del 1998-1999.