WASHINGTON – Il controverso, secondo, attacco americano contro una nave della droga venezuelana lo scorso settembre sta diventando un caso di vaste proporzioni che rischia di mettere all’angolo il capo del Pentagono, Pete Hegseth, accusato dai democratici e qualche repubblicano di “crimini di guerra”. I fatti risalgono al 2 settembre ma sono stati rivelati da un scoop del Washington Post la scorsa settimana.

Secondo il giornale, infatti, dopo un primo attacco contro un’imbarcazione sospettata di trasportare droga per i cartelli venezuelani, il segretario alla Difesa Usa ha ordinato un secondo raid per “uccidere tutti i sopravvissuti” e affondare la nave.

Hegseth ha definito ‘fake news’ l’articolo del Washington Post ma non ha smentito che ci sia stato un secondo attacco. Ha spiegato, come la Casa Bianca, che dopo il primo ordine gli altri raid sono stati decisi dall’ammiraglio Frank Bradley nel “pieno rispetto delle leggi internazionali”.

Il segretario, in pratica, sostiene di non aver mai esplicitamente dichiarato di uccidere tutti i sopravvissuti o distruggere la nave limitandosi ad impartire solo un ordine d’attacco.I democratici e alcuni repubblicani però non ci stanno e accusano l’amministrazione di aver usato l’ammiraglio come un capro espiatorio chiedendo al capo del Pentagono di dimettersi.

Trump continua a stare al fianco del suo segretario alla Difesa. Ma non è la prima volta che Hegseth gli crea imbarazzo. Secondo il New York Times, l’ex anchor di Fox news è stato un “problema politico” per il tycoon fin dall’inizio e con il passare dei mesi sta diventando sempre più un peso per il presidente.

Dalla conferma in Senato ottenuta soltanto grazie al voto del vice presidente JD Vance allo scandalo della chat di Signal dove il capo del Pentagono condivise piani militari segreti.Per non parlare dell’altro caso, quando venne fuori che Hegseth aveva pubblicato informazioni sugli attacchi aerei Usa contro lo Yemen in un’altra chat di gruppo, che questa volta includeva sua moglie, il suo avvocato e suo fratello.

E adesso la pioggia di critiche sugli attacchi alle navi che trasportano droga nel mar dei Caraibi, in un momento in cui la tensione con il Venezuela è alla stelle.

Il segretario, poi, è stato pure biasimato per aver sfruttato un personaggio amato dai bambini, ‘Franklin la tartaruga’, nella sua retorica anti-narcos. Durante una riunione di governo Hegseth non è sembrato turbato e anzi ha dichiarato che “gli attacchi contro le navi della droga sono appena cominciati”.

Il nuovo caso potrebbe far vacillare la fiducia di Trump.  Quando era uscita la notizia, il presidente è sembrato voler prendere le distanze dalla vicenda. “Se Pete dice che non l’ha fatto gli credo”, ha detto parlando con i giornalisti sull’Air Force One. Ma poi ha aggiunto che “avrebbe indagato” e che fosse stato per lui “avrebbe dato l’ok ad un attacco per uccidere i sopravvissuti”.

A complicare la posizione di Hegseth, lo scarso sostegno del resto dei consiglieri alla sicurezza nazionale del tycoon che, secondo il New York Times, rabbrividiscono di fronte ai suoi continui discorsi sul ripristino della “letalità” e, più in generale, di fronte ai suoi passi falsi e il caos. Notano, ad esempio, che in questi mesi Hegseth ha parlato poco delle strategie per contrastare la Cina e più della necessità che i soldati si mettano a dieta, si taglino barba e capelli e facciano le flessioni.