NEW YORK – Luigi Mangione, accusato dell’omicidio dell’amministratore delegato di UnitedHealthCare, rischia la pena di morte.
Una delle accuse federali mosse nei confronti del 26enne dalle autorità federali comporta infatti la pena capitale in particolare per omicidio legato a un “atto di terrorismo”. Non è chiaro però se i procuratori la chiederanno.
Il giovane è stato trasferito giovedì scorso a New York, dove è comparso per la prima volta davanti alla giustizia federale. Il trasferimento è stato accuratamente messo in scena dalle autorità americane e le reti di news hanno mostrato Mangione vestito con una tuta carceraria arancione, scortato lentamente da uomini delle Forze dell’ordine con elmetti e fucili a tracolla, dopo il suo atterraggio a New York a bordo di un elicottero. Dopo l’udienza, Mangione è poi stato trasportato nel carcere federale di New York, lo stesso dove si trova Sean Diddy.
Laureato in Ingegneria, ex studente brillante proveniente da una famiglia benestante di Baltimora, il 26enne in precedenza era comparso anche davanti a un tribunale dello Stato della Pennsylvania vicino al luogo del suo arresto lo scorso 9 dicembre. Le accuse federali si aggiungono ora a quelle decise dalla Procura locale di Manhattan, in particolare per omicidio legato a un “atto di terrorismo”.
Secondo un documento giudiziario pubblicato giovedì dalla giustizia federale, gli investigatori non hanno dubbi sul fatto che Mangione avesse pianificato il suo atto.
Davanti alla giustizia dello Stato di New York, rischia al massimo l’ergastolo senza possibilità di libertà condizionale. Davanti a una corte federale, le imputazioni sono punibili con la pena di morte.
“Siamo pronti a combattere le accuse in qualsiasi corte. Quelle federali vanno ad aggiungersi a quelle già eccessive [di omicidio di primo grado], ha dichiarato ai giornalisti l’avvocatessa di Mangione, Karen Friedman Agnifilo.