LIMA - Il mondo della cultura piange la scomparsa di Mario Vargas Llosa, celebre scrittore peruviano e Premio Nobel per la letteratura nel 2010, deceduto domenica 13 aprile 2025 a Lima, all’età di 89 anni. La notizia è stata confermata dal figlio Álvaro Vargas Llosa, che ha annunciato la morte del padre avvenuta “in pace, circondato dalla sua famiglia”.
Nato ad Arequipa il 28 marzo 1936, Vargas Llosa è stato una figura centrale del “boom latinoamericano”, movimento di cui fa parte anche Gabriel García Márquez e che, negli anni ’60 e ’70, ha rivoluzionato la narrativa del continente. Le sue opere più celebri includono La città e i cani, La casa verde, Conversazione nella cattedrale, La zia Julia e lo scribacchino e La festa del caprone, romanzi che esplorano con profondità i temi del potere, della corruzione e della condizione umana .
Oltre alla sua prolifica carriera letteraria, Vargas Llosa è stato anche un attivo intellettuale e politico. Nel 1990 si candidò alla presidenza del Perù con una piattaforma liberale, ma fu sconfitto da Alberto Fujimori. Negli anni successivi, ha continuato a intervenire nel dibattito pubblico, difendendo la democrazia e criticando i populismi di ogni segno .
La notizia della sua scomparsa ha suscitato un’ondata di cordoglio a livello internazionale. Il presidente del governo spagnolo, Pedro Sánchez, lo ha definito “un maestro universale della parola”, mentre la presidente del Perù, Dina Boluarte, ha sottolineato l’importanza del suo lascito letterario.
Con la sua morte, il mondo perde uno degli ultimi grandi rappresentanti di una generazione di scrittori che ha trasformato la narrativa latinoamericana.