Per fare il cantante non ci vuole niente, basta un microfono da 20 euro e un amplificatore. Cantante è chi canta e basta, lo può fare chiunque. Ma a prescindere, non avrei mai pensato di fare questo nella vita”. Lutto nel mondo della musica. è morto Pino D’Angiò, pseudonimo di Giuseppe Chierchia, cantautore italiano. Avrebbe compiuto 72 anni il prossimo 14 agosto. Ne ha dato notizia la pagina ufficiale dell’artista su Instagram. “Non esistono parole per spiegare il buio di questo momento. Con immenso dolore, la famiglia comunica che Pino ci ha lasciati - si legge nel post -. Sei stato il più bel regalo che la vita potesse fare alle persone che hanno avuto il privilegio di conoscerti. La tua anima ha danzato sulle gioie e sulle sofferenze sempre allo stesso modo, con la forza delicata di un leone sorridente. Tutto. Oltre l’immaginabile. Questo eri, sei e rimarrai”.

Con quell’aria stropicciata e indifferente, l’eterna sigaretta accesa in bocca, era diventato un’icona della musica disco italiana degli anni ‘80. Protagonista di brani pop, D’Angiò raggiunse la popolarità in Italia e all’estero con il singolo “Ma quale idea”. “Per me è stato sempre un gioco. A 26 anni ho vinto il primo Disco d’oro, l’ho appeso a casa e mio padre mi ha detto ‘Sì, bello, ma quando ti trovi un lavoro vero?’. Quella frase l’ho avuta sempre in testa, fino a oggi” ricordava sempre D’Angiò. Dunque, nel 1981, con aria da sbruffone e sigaretta sempre accesa, cantava di un “dritto” in pista da ballo nell’immortale “Ma quale idea”, contenuta nell’ancora oggi vendutissimo album “Balla!”: “Quella canzone è nata per gioco, così come tutte quelle scritte all’epoca. Ero uno studentello universitario che si divertiva a suonare per gli amici” ricordava. In realtà, dietro a quel ragazzo strafottente che abborda una ragazza “con lo sguardo da serpente” si nasconde altro: “È la storia di un perdente, uno che va in discoteca e pensa di fare chissà cosa e poi non conclude un fico secco. Ma tutte le mie canzoni parlano di perdenti. Forse i ragazzi di oggi si affezionano a un personaggio così, affettuosamente patetico”.

La sua carriera è stata frenata troppe volte da una serie di malattie che lo hanno costretto a sottoporsi a ripetuti interventi chirurgici. Problemi di salute ai quali ha sempre reagito con coraggio, riprendendo l’attività artistica, è stato anche doppiatore, attore e produttore musicale, dopo le pause forzate. Nella scorsa edizione del festival di Sanremo, D’Angiò ha partecipato alla serata dei duetti con i Bnkr44, la cui versione remixata di “Ma quale idea” è stata un successo radiofonico. “È stata un’esperienza divertente. Con loro mi sono trovato subito bene, caratterialmente siamo simili. Cantare a Sanremo una canzone scritta quarant’anni fa è una cosa che non mi sarei mai aspettato. Non so spiegarmi il motivo per cui ancora oggi ha così successo: capita e basta, senza troppe chiacchiere”.

Nato a Pompei nel 1952 da una famiglia originaria di Mercato San Severino, figlio dell’ingegnere Francesco Chierchia e dell’insegnante Franca Romana, trascorse la sua infanzia negli Stati Uniti per seguire il padre. Dopo aver svolto il servizio militare, scelse di iscriversi alla Facoltà di Medicina dell’Università degli Studi di Siena. Appassionato di musica, per migliorare la sua disponibilità economica iniziò ad esibirsi nei locali, fino a quando incontrò il produttore discografico Ezio Leoni, che scelse un suo singolo da pubblicare. Esordì nel 1979 con la canzone “È libero, scusi?”. Premiato nel 1980 come miglior paroliere italiano, D’Angiò si è affermato in 22 paesi come protagonista assoluto delle classifiche e venne proclamato miglior cantante straniero in Spagna. Ha preso parte al Festivalbar 1981 con la canzone “Un concerto da strapazzo”, e al Festivalbar 1982 con la canzone “Fammi un panino”. Ha vinto la “Gondola D’Argento” alla Mostra Internazionale di Musica Leggera di Venezia nel 1980. È l’unico artista italiano presente nel DVD World Tribute to the Funk, edito dalla Sony Music nel 2003 quale enciclopedia universale della funky music mondiale. Nel 2001, unico italiano ad averlo ricevuto, si è aggiudicato negli USA il Rhythm & Soul Music Awards.

D’Angiò, che come detto aveva trascorso l’infanzia negli Usa dove il padre lavorava, è stato autore di artisti come Mina (per il brano “Ma chi è quello lì”) e conduttore musicale in Rai e ha portato la sua musica in tutto il mondo, con tournèe in Europa, Sudamerica, Russia, Stati Uniti e Canada. I suoi brani sono stati utilizzati per spot pubblicitari di marchi come Movistar, Chanel e Amazon. Di un certo rilievo è anche la sua partecipazione teatrale in commedie musicali e recital da lui stesso ideati e anche cinematografica con un ruolo nel primo film di Giuseppe Tornatore intitolato “Il camorrista”. Su invito di Oreste Lionello ha doppiato vari film di Woody Allen, tra cui “La rosa purpurea del Cairo”, “Broadway Danny Rose” e “Tutti dicono I Love You”.

Con Mogol, Eros Ramazzotti, Riccardo Fogli, Gianni Morandi e Andrea Mingardi, era stato tra i fondatori della Nazionale italiana cantanti di calcio. “Mi hanno operato sei volte per un cancro alla gola - aveva raccontato D’Angiò nel 2021 -. So che dovrei smettere di fumare, ma la paura di ammalarmi di nuovo è meno potente del bisogno di nicotina”. “Per adesso stiamo sette a zero per me - aveva detto a proposito della malattia - ma prima o poi vincerà lei. Non so come sono sopravvissuto, per fortuna: non lo dico per me, ma per mio figlio, non me lo meritavo e me lo godo finché sarà possibile”.