ADELAIDE - Lo scorso 29 agosto è mancato Rodolfo (Valentino) Mancini, classe 1934, conosciuto dagli amici come “Rudi” e dai familiari come “Fofo” o “Fof”: “Dipende dalla generazione di nipoti”, ci spiega con un sorriso la moglie Mirella.

Rodolfo Mancini è nato nella cittadina di Ripe, una trentina di chilometri da Ancona, il 13 settembre. Come lo ha descritto il figlio John durante l’elogio alla cerimonia d’addio, Rodolfo era il “tipico nuovo australiano dall’Italia, il modo in cui parlava era un misto delle due lingue - l’italiano e la sua versione dell’inglese”.

A 21 anni emigra in Australia, lavora prima in un cementificio e poi in un’azienda che costruiva caravans. Marito di Mirella, esule istriana, arrivata in Australia da ragazzina, quasi undicenne, con la quale ha celebrato lo scorso giugno ben 61 anni di matrimonio e il 60esimo con un bel viaggio in Italia con anche i figli, nel 2019. Padre di Adriano, Mara e John e nonno di Soraya, Chantelle, Gianna, Lauren, Monique e Daniel, era conosciuto per la sua simpatia, socievolezza, la battuta sempre pronta, un sorriso aperto e divertito.

Un contadino, nel proprio giardino, allevatore – dei suoi polli –, vinificatore – del suo vino –, una personalità molto creativa, non c’è che dire. Il figlio John ha ripercorso con i parenti e gli amici più stretti, a causa delle restrizioni COVID-19, tutta la vita del padre, con tenerezza e ironia.

Rodolfo Mancini era conosciuto per essere un buon amico, sempre pronto ad aiutare e gran lavoratore. Come ha raccontato il figlio John, non aveva potuto studiare molto da ragazzo, ma sicuramente ha compensato con una lunga e ricca esperienza di vita e con i tanti suoi interessi si teneva sempre aggiornato su quanto accadeva nel mondo e ad Adelaide; era, infatti, un assiduo lettore de Il Globo.

Oltre a tutto questo, Rodolfo Mancini era famoso anche nel mondo delle bocce, non solo perché la moglie Mirella è presidente della South Australian Bocce Federation ma soprattutto per essere un abile ed esperto giocatore, che ha collezionato numerosissime medaglie nel corso degli anni. Rodolfo Mancini è campione australiano 2010 nel Singolo. Ha partecipato a moltissime gare, in South Australia e praticamente in tutti gli altri Stati.

Il presidente di Bocce Australia, Frank Funari, lo ha definito “un grande avversario, che sapeva giocare secondo le regole della raffa e del volo. Molto dedito allo sport che amava e che tanto lo divertiva”.

Ancora nel 2015, ha egregiamente rappresentato il gioco delle bocce agli Australian Masters Games 2015 di cui è stato, tra l’altro, volto ufficiale: “Un fantastico ambasciatore del nostro sport – prosegue Funari –. Ci mancheranno il suo viso amichevole e i divertenti momenti trascorsi insieme”.

Un pensiero speciale è giunto anche dal presidente dell’associazione del New South Wales, Joe Rozzo, che ha definito Rodolfo Mancini un “vero gentleman del gioco delle bocce”.

Rodolfo non solo giocava a bocce da professionista, sempre presente alle gare presso i vari club regionali – il Sicilia Club, il Campania Club, il Fogolar Furlan – ma anche con gli amici “paesani”, durante i picnic, in cui disseminavano di bocce colorate il prato del parco, durante infinite partite pomeridiane. Ha contribuito alla diffusione delle bocce nelle scuole, insegnando il gioco agli studenti di Adelaide e dintorni.

Infine, tutti hanno conosciuto Rodolfo Mancini come ballerino: alle varie occasioni sociali, non appena sentiva l’attacco di un tango o di un valzer, non poteva trattenersi: niente più chiacchiere e scherzi, prendeva la sua Mirella e scendeva felice in pista.

“La pista da ballo non sarà più la stessa senza Rodolfo e Mirella ad aprire le danze alle serate di gala delle bocce”, ha scritto Frank Funari. Oppure, in termini più ampi, citando i versi finali della poesia che ha recitato la  figlia Mara, si può fare come avrebbe voluto il padre Rodolfo: “Sorridi, apri gli occhi, ama e vai avanti”.