MILANO - Arnaldo Pomodoro, uno dei più grandi scultori italiani contemporanei, è morto a Milano, alla vigilia dei 99 anni.
Fratello maggiore di Giorgio “Gio” Pomodoro, scomparso nel 2002, è noto per aver portato l’arte fuori dalle gallerie e averla resa patrimonio comune nelle piazze e negli spazi pubblici di tutto il mondo.
Le sue sculture sono diventate iconiche e inconfondibili, come la celebre Sfera, capace di condensare l’essenza della sua opera: metallo lucente e resistente al tempo stesso, che racchiude un cuore fragile e complesso, un universo sospeso fatto di ingranaggi e labirinti invisibili.
Le sue creazioni si ammirano nel Cortile della Pigna dei Musei Vaticani, nel palazzo delle Nazioni Unite a New York, davanti alla Farnesina a Roma e sul lungomare di Pesaro, dove la Sfera Grande è ormai simbolo e patrimonio cittadino.
«L’arte è un labirinto», amava dire Pomodoro. E la sua visione trova riflesso nei dischi, negli obelischi e nelle sculture sceniche che hanno rivoluzionato la percezione dello spazio urbano e culturale.
La notizia della sua scomparsa è stata accolta con cordoglio dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e dal mondo dell’arte e della cultura, che piangono un maestro capace di trasformare la materia in riflessione, gioco e memoria collettiva.