Il messaggio di Terence Bergagna che mi è arrivato semplicemente annunciava: “Salve, Frank, mi spiace, ma devo darti una brutta notizia. Il tuo amico Ermes, ricoverato al St Vincent’s da un po’ di tempo, ieri sera ci ha lasciati”.

Mi ha colpito molto la triste notizia della scomparsa del 95enne, cavaliere Ermes Bergagna, OAM, che per oltre 24 anni (dal 1970 al 1994, ndr) è stato il più noto, apprezzato e stimato fotografo che, nel periodo del grande sviluppo sociale di Melbourne, ha corredato con le sue foto migliaia di articoli che, sulle pagine del nostro giornale, hanno raccontato le storie della comunità italiana di Melbourne. 

La scomparsa di Ermes Bergagna ha suscitato dolore e dispiacere nei tanti amici e amiche e nelle tante persone che hanno incontrato Ermes nel corso della sua decennale carriera. Non è raro, infatti, vedere alle pareti dei sodalizi della nostra comunità le foto scattate proprio da Ermes, in occasione di eventi ufficiali e delle tante feste che si sono svolte in quei luoghi. Una comunità con la quale Ermes, da oltre un quarto di secolo, tramite il suo lavoro, era riuscito a instaurare un forte e bellissimo rapporto.

Ma per Ermes, più che lavoro, l’essere presente a tutte le feste comunitarie, culturali e sportive era un impegno piacevole e soddisfacente, tanto che aveva dato vita e sviluppato uno straordinario e importante rapporto di collaborazione, generosità e amicizia con tutti i sodalizi, le associazioni d’arma, combattentistiche, club sportivi e associazioni religiose in tutti i sobborghi dell’area metropolitana di Melbourne.

Nel ricordarlo, tanti sono i pensieri che mi ritornano alla mente, anche in virtù della nostra lunga amicizia iniziata già negli anni ‘70.

In quel periodo, infatti, lavoravo come reporter per le storie multiculturali di otto delle 22 testate del settimanale Leader Newspapers, e il mio ufficio era proprio a 300 metri dallo studio fotografico di Ermes a High Street, Northcote.

Ermes allora si stava affermando come il più noto fotografo della comunità italiana di Melbourne. Per parecchi anni andavo a trovarlo per sviluppare le mie pellicole e stampare alcune foto per i miei servizi giornalistici. 

Mentre viaggiavo in macchina, subito dopo aver ricevuto la notizia da Terence, immaginavo anche le tante case di nostri connazionali, in tutta Melbourne, dove si trovavano foto dei momenti più importanti nella vita di quelle famiglie, scattate proprio da Ermes.

Ma oltre ai lavori su richiesta dei sempre più numerosi clienti, come detto, Ermes Bergagna ha visto, per oltre 24 anni, le sue foto pubblicate sulle pagine del nostro giornale. Sempre presente nei grandi momenti degli eventi comunitari, le sue immagini sono proprio parte della storia di questa comunità.

Ricordo bene le visite dei due Pontefici a Melbourne: papa Paolo VI (1970) e, nel 1986, per la visita di papa Giovanni Paolo II, eravamo insieme nei pressi del grande altare ch’era stato eretto nel centro dell’Ippodromo di Flemington per la Santa Messa celebrata da Sua Santità. Lui, lì a scattare centinaia di foto, mentre a me venne concesso l’onore e privilegio di leggere una delle cinque “Letture dei fedeli” (quella che auspicava un mondo migliore per i giovani dovunque).

E di nuovo eccolo lì, macchina fotografica in mano, per le visite a Melbourne dei Presidenti della Repubblica Italiana: Giuseppe Saragat (1967), Francesco Cossiga (1988) e Oscar Luigi Scalfaro (1998). 

Sono tanti i ricordi che vengono in mente e mi rendo conto che in quasi tutti i sodalizi di Melbourne vi sono, senza alcun dubbio, almeno alcune grandi foto a colori che fanno bella figura su una parete principale (come nel salone d’ingresso del Casa d’Abruzzo Club di Epping, ndr) di un evento speciale o ricorrenza straordinaria immortalata dalla macchina fotografica di Ermes Bergagna e che reca la sua firma. 

Tutte le foto delle celebrazioni della Repubblica organizzate a Melbourne dalla fine degli anni ‘70 recano anche la sua firma. Così come anche le aperture ufficiali dei numerosi e grandi locali commerciali e industriali italiani di Melbourne, i numerosi “Festival della Canzone Italiana di Melbourne”, le grandi feste dei concorsi di bellezza di “Miss Italian Community del Victoria” nei saloni Town Hall di tutta Melbourne, le bellissime iniziative culturali e di beneficenza, le sfilate di Alta Moda del meraviglioso gruppo del “Ladies Committee del Co.As.It.”.

Tutti momenti particolari che hanno scritto le bellissime pagine della straordinaria storia della comunità italiana d’Australia, come la nomina del Giudice della Corte Suprema del Victoria, Sir James Gobbo, a Governatore del Victoria, prima volta nella storia di questo Stato di un governatore italo-australiano, sono passati attraverso l’obiettivo della Olympus di Bergagna.

Ricordo, inoltre, tutte le pareti del noto ristorante italiano “Il Carretto” di North Carlton, interamente coperte da dozzine di fotografie a colori, formato manifesti, di famosi artisti (Gina Lollobrigida, Sophia Loren, Franco Nero, Al Bano e Romina Power, e gruppi folcloristici siciliani che negli anni ‘70, ‘80 e ‘90 giunsero a Melbourne in tournée, tutti immortalati in questa sorta di grande mostra permanente di Ermes Bergagna. 

Ovviamente, anche casa sua era piena di foto, di tutte le dimensioni, in bianco e nero o a colori. Sono foto dei familiari presenti e del passato, della famiglia di Ermes, prima della sua emigrazione, dei suoi genitori, della secondogenita, sua sorella Giuseppina, e dei suoi due fratelli Modesto, scomparso alcuni anni fa, nel Friuli, e Cinesio, il più giovane che tutt’ora vive a Udine.

Adesso restano le foto di Ermes a riempire i vuoti nella storia della nostra comunità. Possiamo immaginarlo giovane 24enne baldanzoso e dallo spirito avventuroso che, dopo aver vestito l’uniforme degli Alpini a Cividale per 12 mesi, e avendo sentito delle belle occasioni di lavoro e prosperità per gli emigrati italiani, laggiù nella lontana terra australiana, abbandona Udine, dov’era nato il 25 giugno 1928, lasciando genitori, familiari e gli amici per imbarcarsi sulla Motonave “Castelfelice”, alla volta del lontanissimo continente australiano, andando incontro all’ignoto e alla ricerca di nuove avventure e nuove opportunità, proprio nel bel mezzo della grande ondata emigratoria del 1952.

Come nello spirito dei pionieri che a fine Ottocento giunsero da ogni parte del mondo per raggiungere le vergini terre delle profonde miniere aurifere del triangolo dell’oro del Victoria (Castlemaine, Bendigo, Ballarat, ndr), Ermes, sbarcato nel primo porto australiano, quello di Fremantle, nel Western Australia, non tardò molto a raggiungere anch’egli le oscure gallerie delle miniere d’oro di Kalgoorlie. Ricordo che nell’occasione del nostro ultimo incontro Ermes mi confidava: “Io ero l’unico minatore italiano, e ben presto compresi e dovetti accettare una sconsolata e ad accettare di vivere in quelle incredibili condizioni. Certo vi erano anche dei giovani greci, tedeschi che si erano abituati a vivere così, ma la maggioranza erano australiani, che ti facevano sentire pesanti le parolacce, le umiliazioni e i soprusi. Ti pagavano per ogni metro (ovvero “foot” in quegli anni, ndr) che riuscivi a scavare tutto il giorno, e alla sera, stremato dalle forze, prima di andar via, ti perquisivano minuziosamente per evitare che i minatori potessero nascondere qualche granellino o pepita d’oro in qualche parte privata del corpo”. 

Ermes, infatti, dal Western Australia si trasferì a Melbourne da cui ripartì subito dopo per andare a lavorare per la ditta Morning Star, che gestiva l’antica e storica miniera d’oro sotterranea di Walhalla e Woods Point, (a circa 120km da Melbourne, ndr) che è una fra le più importanti zone aurifere d’Australia e che ha scritto pagine molto significative della storia australiana nel campo della corsa dell’oro avendo superato di gran lunga la produzione di 155 tonnellate d’oro. 

Ma era la vita frenetica della città di Melbourne che affascinava Ermes, specialmente ogni volta che vi faceva ritorno. Così decise di spostarsi nella capitale del Victoria dove, con l’aiuto di un amico, trovò un impiego come idraulico. Ma tale esperienza non durò molto, come non saranno durati tanto i risparmi del tempo del lavoro nelle miniere aurifere di Woods Point dove difatti ben presto fece ritorno.

Nella nostra chiacchierata, Ermes evocava quei tempi: “Divenni irrequieto. Ero un trentenne e non sapevo più cosa fare con la mia vita e feci ritorno a Melbourne. Scoprì per caso che mi affascinava la fotografia e decisi di iscrivermi a un corso per fotografia presso la University High School di Parkville. Imparai abbastanza e decisi di spendere un bel gruzzoletto di soldi allestendo uno studio fotografico nella centralissima High Street, a Northcote”.

Ad aggiungere memorie di quei tempi, anche la moglie Edera: “Conosco Ermes da tutta la mia vita. Lavorammo insieme nello studio per venti anni. E poi… io lo conoscevo da quand’ero una dodicenne”. 

All’età di 32 anni, il 17 settembre 1960, presso la chiesa Holy Spirit di Thornbury, Ermes sposò la sua tanto amata Edera. La loro vita coniugale è stata allietata dalla nascita di tre figli: Terence, artista e disegnatore di grande talento, che ha sposato Carmela, con la quale hanno avuto tre figli: Massimo, Gianluca e Dante; la loro unica figlia è Lisa, un avvocato; mentre il più piccolo, Simon, è sposato con una giovane francese, Colette, e hanno una ragazzina, Ume. 

Da quando non ci vedevamo, prima della nostra chiacchierata, erano trascorsi forse una ventina d’anni, ma Ermes non era cambiato molto. Solo negli ultimi tempi, mi ricordava Edera, gli rendeva più difficile ricordarsi tante date ed eventi della sua vita. Però, quando andai a trovarlo alcuni anni fa, ricordava molti degli incontri con importanti personaggi politici degli anni ‘80 e ‘90. Mi mostrava, con giusto orgoglio di essere rimasto italiano nel cuore, le medaglie delle onorificenze ricevute: quella del titolo di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, e quelle che gli furono conferite anche dal governo australiano: il titolo OAM, un’altra grossa medaglia dal pontefice Giovanni Paolo II, e un’altra ancora dalle mani dell’allora noto avvocato Mimmo Azzia, presidente di Sicilia Mondo, e anche del Cavour Italian Club che lo confermava socio-onorario, alla pari di parecchi altri sodalizi italiani di Melbourne. Del Club Fogolar Furlan di Thornbury, il club del suo cuore, Ermes è stato socio fondatore e grande sostenitore. Con l’Italia nel cuore, Ermes si sentiva anche fieramente australiano e la prova di questa fierezza è stata quando mi ha mostrato due foto incorniciate: lui insieme a due ex primi ministri d’Australia, Bob Hawke e John Howard.

In quell’occasione, inoltre, Ermes mi chiedeva notizie dei suoi amici di tanti anni fa e prima di congedarmi mi raccomandava di porger loro i suoi saluti nel caso li incontrassi. Mi ricordò per primi Ubaldo Larobina e Giancarlo Martini-Piovano e alcuni altri che non sapeva non fossero più con noi. 

Ermes Bergagna resta una figura di grande rilievo per la storia della nostra comunità che ha raccontato con cura e puntualità attraverso la lente del suo obiettivo.

Addio, caro Ermes; è stato un grande piacere averti avuto come un caro amico.