BUENOS AIRES - La giustizia argentina ha compiuto un nuovo passo nell’indagine che coinvolge l’Associazione del football argentino (Afa) e la società statunitense TourProdEnter Llc, revocando il segreto fiscale, bancario, finanziario e borsistico all’imprenditore Javier Faroni, titolare della società incaricata di amministrare ingenti risorse dell’ente calcistico all’estero.
L’inchiesta, che ipotizza l’esistenza di un reato transnazionale, si concentra su presunte manovre di riciclaggio di denaro e dirottamento di fondi fuori dal Paese.
Su ordine del giudice federale di Lomas de Zamora, Luis Armella, la Polizia di Sicurezza Aeroportuale (Psa) ha impedito a Faroni di lasciare l’Argentina per l’Uruguay, trattenendogli il passaporto all’aeroporto di Aeroparque.
Il provvedimento è stato disposto su richiesta della Procura specializzata in riciclaggio di proventi illeciti (Procelac), mentre proseguono perquisizioni e sequestri nell’ambito della causa.
Secondo fonti giudiziarie, durante l’intervento in aeroporto si è verificato un momento di tensione: Faroni si sarebbe liberato di un telefono cellulare nel momento in cui è stato fermato dagli agenti. Le forze di sicurezza sono riuscite a sequestrare solo una scheda Sim, ora sotto analisi per verificare se appartenga effettivamente al dispositivo dell’imprenditore.
Parallelamente, nella mattinata di martedì 30 dicembre, sono stati effettuati diversi blitz: nella sede centrale dell’Afa in calle Viamonte, nel centro sportivo di Ezeiza e nella stassa abitazione di Faroni nel quartiere Yacht di Nordelta.
Le perquisizioni mirano a raccogliere contratti e documentazione legata al rapporto commerciale tra l’Afa e TourProdEnter Llc, in particolare per quanto riguarda la gestione dei fondi all’estero e presunte somme non rendicontate.
TourProdEnter Llc, costituita nell’agosto 2021 nello Stato della Florida, è di proprietà di Javier Faroni e della sua compagna, Erica Gillette. La società è stata designata dall’Afa come agente commerciale esclusivo per l’estero, con il compito di gestire la riscossione di introiti internazionali, i pagamenti in valuta estera e le spese logistiche.
La TourProdEnter Llc avrebbe avuto un ruolo centrale in un contesto segnato dalle restrizioni valutarie in Argentina, che avrebbero spinto l’Afa a esternalizzare la gestione dei contratti internazionali legati alla Nazionale di calcio.
Secondo la documentazione acquisita dagli inquirenti, tra il 2022 e il 2025 la società avrebbe amministrato trasferimenti per oltre 260 milioni di dollari statunitensi attraverso quattro banche americane: Bank of America, Citibank, Synovus e JP Morgan.
I fondi proverrebbero principalmente da sponsor internazionali, diritti televisivi, piattaforme digitali come Afa Play e dall’organizzazione di partite amichevoli in Asia, Medio Oriente, Africa e Stati Uniti.
L’accesso alle informazioni bancarie negli Stati Uniti ha rafforzato il sospetto dell’esistenza di un circuito finanziario parallelo, al di fuori dei normali controlli istituzionali dell’Afa.
Il presidente dell’Afa, Claudio “Chiqui” Tapia (foto. ANSA).
Nel frattempo, l’inchiesta si è ampliata anche sul fronte fiscale interno. Il giudice in materia penale economica Diego Amarante ha disposto la revoca del segreto fiscale e borsistico del presidente dell’Afa Claudio “Chiqui” Tapia, del tesoriere Pablo Toviggino e degli altri membri del consiglio direttivo: il segretario generale Cristian Ariel Malaspina e il direttore generale Gustavo Lorenzo.
La misura rientra in una causa che indaga una presunta appropriazione indebita di contributi previdenziali.
Secondo la denuncia presentata dall’Agenzia delle entrate Arca, l’Afa avrebbe un debito superiore ai 19 miliardi di pesos argentini (circa 13 milioni di dollari Usa al cambio attuale) relativo agli ultimi due anni.
L’accusa sostiene che l’ente avrebbe trattenuto imposte e contributi dei dipendenti propri e dei club affiliati, senza versarli nei termini previsti dal Regime Penale Tributario. Per accelerare gli accertamenti, il giudice Amarante ha anche autorizzato l’attività investigativa durante la pausa giudiziaria estiva.
Tuttavia, l’ente calcistico ha respinto con fermezza ogni accusa. In un comunicato ufficiale pubblicato il 29 dicembre sul proprio sito web, l’Ada ha ribadito la piena legittimità del rapporto con TourProdEnter Llc, sottolineando che il contratto è stato già esaminato sia dalla giustizia argentina sia da quella statunitense, senza che siano state rilevate irregolarità.
La federazione ha inoltre ricordato che una denuncia presentata in Florida contro la società è stata respinta e archiviata.
Nel suo comunicato ufficiale, l’Afa respinge con fermezza le nuove contestazioni, ricordando che le accuse mosse in passato dall’imprenditore Guillermo Tofoni contro il presidente Claudio “Chiqui” Tapia sono state definitivamente archiviate dalla giustizia argentina.
La denuncia, presentata nel 2023 e legata a presunte irregolarità nella gestione delle sponsorizzazioni e nell’organizzazione di partite amichevoli della Nazionale – in particolare quelle disputate in Cina – si è conclusa con il proscioglimento dell’Afa e del suo presidente il 6 settembre 2023.
Tale decisione è stata successivamente confermata dalla Camera Federale Criminale e Correzionale nel novembre dello stesso anno e, infine, dalla Camera Federale di Cassazione Penale nell’aprile 2024, chiudendo definitivamente il procedimento giudiziario nel Paese.
Il comunicato denuncia inoltre che, dopo questi insuccessi in tribunale, Tofoni avrebbe promosso nuove iniziative e campagne pubbliche contro l’Afa, questa volta con il sostegno del governo nazionale. In particolare, viene citato il ministro della Giustizia Mariano Cúneo Libarona.
Per la federazione calcistica, tali mosse non avrebbero un obiettivo giudiziario, ma mirerebbero a delegittimare la dirigenza e creare un clima di pressione e destabilizzazione istituzionale attorno all’organo che governa il calcio argentino.
Nel dibattito pubblico, la dirigenza dell’Afa porta con sé, già dai tempi della lunga presidenza di Julio Grondona, una reputazione controversa, segnata da ricorrenti polemiche e da un persistente clima di diffidenza.
Nel tempo, la stessa Afa, pur garantendo stabilità istituzionale e peso politico alla federazione, ha contribuito a consolidare nell’opinione pubblica una percezione di opacità nella gestione del potere e delle risorse.