Fondata nel 1884, è la Camera di Commercio più antica al mondo, tra quelle ancora in attività. Parliamo della Camera di Commercio Italiana in Argentina, nel quartiere della San Nicolás, creato alla fine del XIX secolo dalle famiglie abbienti che vi si erano trasferite dalla zona sud, per sfuggire alle inondazioni del Rio de la Plata e alle epidemie di febbre gialla. È qui, in mezzo ad architetture in stile parigino, che sorge il mitico Palazzo Italia. Oggi ospita varie istituzioni italiane, tra le quali la Camera di Commercio, appunto, l’Istituto Italiano di Cultura, l’Università di Bologna, il Teatro Coliseo…

“Palazzo Italia è un lascito con cargo – ci spiega Claudio Farabola, segretario generale della Camera di Commercio (nella foto sotto) –. Il conte Felice Lora, uomo ricchissimo, scrisse il proprio testamento, di 800 pagine, durante un viaggio in nave tra Italia e Argentina e lasciò 800mila pesos di allora per comprare il terreno e costruire un edificio che avrebbe donato allo Stato, cosa avvenuta nel 1937, purché fosse usato da istituzioni italiane”. Fino al 2007, Palazzo Italia ha ospitato anche il Consolato.

Quali sono i compiti della Camera di Commercio? “Favorire e accompagnare le relazioni economiche tra Italia e Argentina – spiega Farabola –. Nei primi anni ne facevano parte solo imprese italiane, poi è stata aperta anche alle aziende italo-argentine e argentine, che abbiano però relazione con l’Italia”.

Nella sua storia è arrivata a contare 1600 soci. “Attualmente sono 200, in gran parte piccole e medie imprese, ma anche colossi come Pirelli e Techint – chiarisce Farabola –. Rispetto al passato, offriamo soprattutto servizi ad alto valore aggiunto e assistenza per lo sviluppo di progetti imprenditoriali”.

Alcuni di essi fanno parte dell’area della Responsabilità Sociale Imprenditoriale come il Progetto Fenix, dedicato alla promozione dell’impiego. “È attivo a Buenos Aires, Mar del Plata, Bahia Blanca e funziona come una vera e propria Borsa di Lavoro – dice il segretario generale –. Mette in relazione le imprese che cercano personale con possibili candidati che faranno uno stage o un apprendistato pagato. Nel caso in cui il candidato sia italiano, l’azienda riceve un finanziamento dal Consolato per il periodo di prova. L’obiettivo è l’inserimento lavorativo, in due anni abbiamo realizzato 35 prove con oltre il 70 per cento di assunzioni”. Attualmente il portale Fenix conta oltre 130mila curricula caricati.

Per gli italiani, poi, vengono realizzati corsi di formazione pensati per l’autoimpiego: pizzaioli, gelatai, riparazione di cellulari o di condizionatori e, ovviamente, un corso di “introduzione all’italiano” per tutti.

Un altro progetto innovativo riguarda la cosiddetta internazionalizzazione multilivello. “Accordi bilaterali tra regioni italiane e province argentine per scambi commerciali – dice Farabola –. Cerchiamo di abbinare realtà complementari, in un’ottica win-win”.

E ancora: promozione dell’integrazione tra soci (perché creino sinergie nella domanda e offerta di beni e servizi), e business scouting per assistere le imprese che vogliono espandere il proprio mercato nelle province dell’interno.

“Oltre il 90 per cento delle importazioni dall’Italia sono tecnologie, beni intermedi, parti e componenti – conclude Farabola –. In tal senso per noi il vero made in Italy è il techno, dedicato in primis alla produzione. È per questo che usiamo dire ‘Chi esporta – importa’”. E alla fine i vantaggi ci sono per tutti.