ROMA - Arrivano in Senato due proposte di legge di segno opposto, presentate da Forza Italia e dal Movimento 5 Stelle, per riformare l’articolo 75 della Costituzione sui referendum. Una terza proposta, firmata da Noi Moderati, è invece all’esame della Camera.
La proposta di Forza Italia, a firma del presidente dei senatori Maurizio Gasparri e di Adriano Paroli, punta a raddoppiare le firme necessarie per indire un referendum, portandole da 500.000 a un milione, e a elevare da 5 a 10 il numero minimo di consigli regionali proponenti.
Sulla stessa linea anche la proposta, attualmente in esame alla Camera, del partito di Maurizio Lupi, Noi Moderati, che prevede, come soglia alternativa, la sottoscrizione del 2% degli aventi diritto al voto, pari a circa un milione di elettori.
Sul fronte contrario si muove la proposta della senatrice M5s Alessandra Maiorino, che intende invece abbassare il quorum di validità dal 50% a un terzo degli aventi diritto. Il Movimento sottolinea la “scarsa affluenza ormai consolidata, a prescindere dall’oggetto dei referendum”, e denuncia l’impossibilità, “alla luce dei dati storici”, di raggiungere il quorum.
Nella relazione si critica anche “l’esultanza, in molti casi sguaiata”, per il mancato raggiungimento del quorum nei referendum dell’8 e 9 giugno, definita “deplorevole”.
Per Forza Italia, invece, il risultato di quella consultazione – conclusasi con un nulla di fatto – “ha confermato la disaffezione degli elettori per gli appuntamenti referendari” e impone una riflessione.
“Sono lecite tutte le discussioni, ma l’ipotesi di rendere validi i referendum riducendo il quorum è davvero fuori dal mondo”, attacca Gasparri, che invita a riflettere anche sulle parole del ministro Roberto Calderoli, contrario all’uso delle firme elettroniche per i referendum.
In una recente intervista al Corriere della Sera, il titolare delle Riforme ha dichiarato: “La raccolta digitale delle firme? Abroghiamola. Ne va della democrazia”.
Sul fronte opposto, il segretario di Più Europa Riccardo Magi annuncia l’imminente presentazione di una proposta che interviene non solo sul quorum, ma anche sui criteri di ammissibilità dei quesiti da parte della Corte costituzionale, mentre il comitato “Basta Quorum!” ha già raccolto 50.000 firme in 24 ore per una legge di iniziativa popolare volta proprio ad abolire la soglia minima di partecipazione.
Un sondaggio realizzato da Izi evidenzia come il tema sia sentito dall’opinione pubblica: il 60% degli italiani si dice favorevole ad abbassare il quorum almeno al 40%. La percentuale sale oltre l’80% tra gli elettori di opposizione e scende al 38,5% tra quelli di maggioranza.
Contrario invece il 61,1% degli intervistati all’ipotesi di aumentare a un milione le firme necessarie per promuovere un referendum, ipotesi che trova però maggior favore tra gli elettori di centrodestra.