I primi villaggi senza luce e senza acqua, i figli al fronte, i familiari distanti, senza telefono. La calca dei rifugiati nei tunnel della metro, il governo che esorta a procurarsi le armi. Le bombe, la solitudine. Le immagini che continuano a ripetersi chiarissime, dall’Ucraina, ci lasciano in silenzio, impotenti. Il comune senso di debolezza e la schiacciante incapacità ad agire hanno spinto diversi rappresentanti della comunità locale, professionisti nei più svariati settori, ad aprire gli occhi e adoperarsi per provare a rispondere in qualche modo, come possibile.
Anche il noto musicista e compositore jazz Mirko Guerrini e la cantante toscana Ilaria Crociani – marito e moglie, e costante ispirazione artistica l’uno per l’altra –, hanno risposto all’emergenza, affidandosi al potere della musica.
“Il babbo non è bravo a far la guerra, noi dalla nostra abbiamo Dio e staremo per sempre su questa terra”, canta Crociani nel brano Lamento Ucraino, scritto da Guerrini che, inseguito da un impeto d’urgenza, ha provato a guardare al mondo attraverso lo sguardo di un bambino.
“Mi ha colpito la notizia degli uomini ucraini a cui sono state concesse soltanto ventiquattro ore per lasciare la famiglia e andare a combattere – ha spiegato il musicista –. Ho scritto la canzone di getto, l’abbiamo registrata poco dopo con l’idea di presentarla al programma virtuale TG Suite, nato da un’idea di Davide Riondino durante il lockdown in Italia, al fine di prendere spunto dalla cronaca per realizzare canzoni, racconti, poesie. Eppure, ci sembrava limitativo. È stata Ilaria a pensare a una raccolta fondi, una sorta di ‘chiamata alle armi musicale’: artisti da tutto il mondo che esprimono la propria solidarietà attraverso la musica”.
L’idea si è quindi incredibilmente trasformata in un account su Bandcamp in cui sono stati raccolti già oltre quaranta brani, da musicisti italiani, australiani, canadesi, statunitensi e tedeschi. La comunità potrà cliccare sulle canzoni, ascoltarle e inviare un contributo economico via PayPal che andrà direttamente all’organizzazione umanitaria ‘United Help Ukraine’.
“Abbiamo lasciato ampia libertà agli artisti nella scelta del brano – ha continuato la cantante –. Per noi era importante che venisse fuori la sensibilità del musicista e una varietà di generi, anche attraverso improvvisazioni registrate o poesie recitate”.
E a quel primo brano firmato da Crociani e Guerrini, se ne sono aggiunti pian piano tantissimi altri: Un mercoledì piovoso, La preghiera dei pini che sussurrano, della stessa coppia jazz insieme a Danilo Sidari, Il Cerchio, scritto da Francesca Breschi e Adolfo Broegg, quest’ultimo scomparso nel 2006, che “avrebbe aderito appassionatamente all’iniziativa”. E poi ancora, Kiev di Sergio Kossu, Ukrainian Skies di Dario Cecchini, Dancing with Jim Pepper di Silvia Manco che ci riporta alla storia del sassofonista americano, indigeno d’America, e al suo popolo oppresso.
“Gli artisti storicamente sono sempre stati a favore della pace, perché l’arte è inclusiva, al di là di ogni appartenenza politica o religiosa – ha dichiarato Guerrini –. Ci siamo sentiti disorientati di fronte alla recente decisione della SIAE di sospendere il pagamento dei diritti musicali agli artisti russi. Un collega italiano ha scritto, ‘Una volta, si organizzavano i concerti per la pace’, e io lo ricordo bene. Ci siamo sentiti in dovere di fare qualcosa”.
Per la coppia, “serviva un’iniziativa più complessa”, e la risposta della comunità, che ha già donato circa cinquecento dollari in una manciata di giorni, è stata straordinaria. “È vero, ci si sente impotenti – ha aggiunto Crociani –, ma è meraviglioso osservare come cittadini da Paesi lontani e così differenti siano uniti per un fine comune”.