Non è solo uno sport. Per la comunità italiana di Sydney, il gioco delle bocce è un atto culturale, un rituale settimanale che unisce, consola e rafforza legami.
E lo dimostra ancora una volta l’evento organizzato nelle scorse settimane presso il Triglav Club, parte del Mounties Group, dove i soci del Club Italia si sono ritrovati per il tradizionale barbecue annuale, celebrando non solo il gioco, ma anche la forza della solidarietà e del ricordo.
A dare il benvenuto ai partecipanti è stato Ben Sonego, presidente del Club Italia, che ha sottolineato come l’iniziativa non sia soltanto un’occasione ludica: “Siamo qui per offrire ai nostri soci un’attività sportiva e sociale che favorisca il benessere e contrasti l’isolamento”.
Un messaggio forte, in un’epoca in cui la solitudine degli anziani rappresenta un problema crescente anche all’interno delle comunità più coese.
Il barbecue ha rappresentato l’occasione per ringraziare pubblicamente due figure chiave della vita associativa: Gino Cencigh, coordinatore del gruppo Social Bocce, e Tommaso Floro, alla guida da ben 23 anni dell’Abruzzo Bocce Group.
Entrambi dedicano tempo e passione all’organizzazione delle partite settimanali del giovedì, con due appuntamenti distinti che accolgono decine di partecipanti, giocatori e simpatizzanti.
Ma quest’anno c’è stato anche un momento particolarmente toccante: una donazione da 2400 dollari da parte del gruppo Social Bocce all’organizzazione Beyond Blue, impegnata nella lotta contro la depressione, l’ansia e la prevenzione del suicidio.
Un gesto che ha avuto un’eco profonda, sottolineata anche da Sharon Hillman, responsabile delle raccolta fondi dell’organizzazione, che in una lettera di ringraziamento ha sottolineato: “Il vostro dono significa che migliaia di australiani che contattano il nostro servizio di supporto 24/7 possono ricevere aiuto gratuito e immediato. Grazie a voi, chi soffre viene visto, ascoltato, compreso e soprattutto supportato”.
Durante il suo intervento, il presidente del Mounties Group, Steve Fitzpatrick, ha voluto anch’egli esprimere il proprio sostegno: “Il mio consiglio direttivo continuerà a sostenere le vostre attività culturali. Partecipare a queste attività sportive significa prendersi cura della propria salute e passare del tempo con gli amici”. Fitzpatrick ha anche lodato l’impegno di Cencigh e Floro come “esempi di volontariato autentico e costante”.
Peter Krope, presidente del Triglav Club, che da anni ospita le attività di bocce del Club Italia, ha voluto ribadire il legame profondo tra i due circoli: “Triglav e Club Italia sono club gemelli, e siamo felici di avere i vostri gruppi qui con noi”.
Le sue parole hanno rafforzato l’idea che questi eventi siano molto più di semplici partite: sono simboli di un’alleanza culturale e sociale che resiste al tempo.
Un momento carico di emozione è stato dedicato alla memoria di Martha Magajna, storica figura del Triglav e “matriarca delle bocce”, come è stata affettuosamente definita.
Sonego l’ha ricordata con commozione: “Abbiamo lavorato fianco a fianco per assicurare la transizione delle nostre attività al Triglav. In lei ho trovato un’alleata instancabile e appassionata. Mi mancherà molto”.
Un silenzio rispettoso ha seguito le sue parole, a testimonianza dell’affetto che la comunità nutriva per Martha Magajna.
Anche Floro ha voluto esprimere la sua gratitudine per il sostegno ricevuto da Club Italia e Mounties Care: “Dopo 23 anni, il nostro piccolo gruppo è diventato una famiglia. Abbiamo condiviso molto più che partite: pranzi, risate, difficoltà. E oggi, essere ancora qui insieme è un privilegio”.
L’evento è stato reso possibile grazie al sostegno del Club Italia Cultural Fund e di Mounties Care, e si è concluso con un pranzo in allegria curato e supportato da Jason Woods e il suo staff, che ogni giovedì garantiscono un servizio impeccabile.
In un’epoca in cui l’identità si frammenta e le comunità rischiano di perdersi nei ritmi moderni, giornate come questa ricordano la forza delle radici e il valore dello stare insieme.
Come ha detto Cencigh in un’occasione precedente, “ogni giovedì è una festa. Si gioca, si ride, si pranza insieme. E si dona, perché aiutare chi ha bisogno è il cuore di ciò che siamo”.
Una giornata di bocce, certo. Ma anche una lezione silenziosa di comunità, memoria e speranza.