BAKU - Si è inaugurata a Baku, in Azerbaigian, lunedì scorso e si chiuderà venerdì 22 novembre la Cop 29, la Conferenza annuale delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.
Con l’obiettivo di aggiornare il fondo da 100 miliardi di dollari all’anno di aiuti ai Paesi vulnerabili, previsto dall’Accordo di Parigi e in scadenza nel 2025, i Paesi partecipanti dovranno stabilire la nuova quota da donare, le modalità di erogazione e i controlli sull’utilizzo dei fondi.
Ma alla vigilia dell’apertura della conferenza, dal Wall Street Journal è arrivata la notizia secondo cui il neopresidente eletto Donald Trump vorrebbe far uscire gli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi il giorno stesso del suo insediamento alla Casa Bianca, il prossimo 20 gennaio.
La decisione, che era stata già annunciata in campagna elettorale, potrebbe far arenare le politiche mondiali sul clima e, di fatto, far fallire la Cop.
C’è chi, come l’economista della Columbia University, Jeffrey Sachs, pensa invece che Trump potrebbe ripensarci per favorire gli interessi di Elon Musk e della Silicon Valley nella green economy, così come dalla necessità di fronteggiare la concorrenza cinese nel settore e dagli investimenti delle imprese americane sulle rinnovabili.
Secondo il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, per la finanza climatica è necessario “ampliare la base dei donatori”.