Nel corso dell’udienza di ieri (lunedì), Anthony Byrne, deputato federale Labor eletto nel seggio di Holt (Melbourne sud-est), aveva ammesso di aver speso migliaia di dollari nel corso di diversi anni per pagare le spese d’iscrizione al partito di nuovi membri, al fine di acquisire peso all’interno delle fazioni del partito, di aver assunto personale fantasma e di essere stato a conoscenza di ballottaggi interni addomesticati.
Byrne aveva inoltre rivelato che gli ex ministri del governo Andrews, Adem Somyurek e Marlene Kairouz, “costringevano” il personale ministeriale ad impegnarsi loro stessi nell’attività di branch-stacking.
Le rivelazioni hanno portato alla luce in queste operazioni di manipolazione delle iscrizioni al partito il coinvolgimento di Luke Donellan, ministro statale per la terza età. ieri Donellan, al termine dell’udienza della Commissione, ha rassegnato le proprie dimissioni dal ruolo ministeriale nel governo Andrews.
Anthony Albanese, questa mattina, si è detto all’oscuro del ruolo avuto da Byrne nell’attività di branch stacking e non di essere stato a conoscenza del fatto che fosse stato fatto ricorso a tale pratica nel Labor del Victoria.
Albanese, affermando di voler perseguire lo sradicamento di ogni forma di corruzione dal partito, ha detto di non avere intenzione di ordinare l’espulsione di Anthony Byrne.
Bill Shorten, esponente della corrente di destra del Labor Party del Victoria, ha riconosciuto che lo scandalo è particolarmente imbarazzante e che le prove emerse sono inoppugnabili. Ad ogni modo, anche Shorten si è rifiutato di assecondare le richieste di espulsione di Byrne, invitando ad attendere la conclusione dell’inchiesta dell’Ibac.
Lo scandalo è emerso nel momento meno opportuno per il Labor Party, impegnato negli ultimi giorni ad esercitare pressioni sul Governo federale per i ritardi con i quali sta procedendo con l’istituzione di un organo federale anti corruzione.