CANBERRA - Alla vigilia del viaggio a New York, dove Anthony Albanese potrebbe incontrare il presidente degli Stati Uniti, il governo federale ha svelato un maxi-finanziamento da 12 miliardi di dollari per la costruzione dell’Henderson Defence Precinct a Perth.
“L’Australia ha sempre fatto la sua parte. Paghiamo il dovuto e contribuiamo alla nostra alleanza ogni singolo giorno”, ha dichiarato Albanese, definendo l’investimento una “caparra” per preparare il Paese all’arrivo dei futuri sommergibili a propulsione nucleare previsti dall’accordo AUKUS.
Durante una conferenza stampa, il ministro della Difesa Richard Marles ha evitato di commentare direttamente i rapporti secondo cui il segretario di Stato statunitense Marco Rubio avrebbe intenzione di confermare l’impegno di Washington verso il patto AUKUS. Marles ha comunque sottolineato che, in tutti i suoi incontri con i membri dell’amministrazione Trump, “c’è stato un enorme senso di positività” sul ruolo che l’accordo trilaterale può svolgere per la sicurezza degli Stati Uniti e dei loro alleati.
Al momento la spesa australiana per la difesa si aggira attorno al 2% del PIL, ma la Casa Bianca sta spingendo per portarla al 3,5%. Marles ha spiegato che l’attenzione del governo è rivolta più al valore assoluto degli investimenti che alla percentuale del PIL. “Quella di oggi è una nuova iniezione di 12 miliardi di dollari in dieci anni, che porta la spesa complessiva a quasi 70 miliardi rispetto a quanto ereditato tre anni fa. Si tratta del più grande incremento in tempo di pace nella storia dell’Australia”, ha sottolineato.
I fondi consentiranno di avviare i lavori preliminari mentre prosegue la pianificazione del polo navale, che nell’arco di un decennio potrebbe assorbire circa 25 miliardi di dollari. Henderson sarà la base per la costruzione di unità navali, a partire dai mezzi da sbarco dell’Esercito e, successivamente, delle nuove fregate multiruolo, oltre a strutture di appoggio per le navi da combattimento di superficie e per i futuri sommergibili nucleari statunitensi e britannici che ruoteranno in Australia dagli anni ’30.
Il portavoce dell’opposizione per la difesa, Angus Taylor, ha accolto positivamente l’investimento ma lo ha definito tardivo, avvertendo che “non sarà sufficiente a sostenere la rotazione dei sottomarini di USA e UK prima della fine del decennio, proprio quando le minacce potrebbero diventare più pressanti”.
Il premier del Western Australia Roger Cook ha invece esaltato il progetto, parlando di “oltre 10.000 posti di lavoro locali” e di una grande opportunità economica per lo Stato.