Il vertice Pacific Islands Forum (PIF) tenterà di dimostrare che i segnali della frammentazione del Pacifico appartengono al passato, affrontando allo stesso tempo questioni spinose come il cambiamento climatico, le sfide geopolitiche e la questione nucleare.
“È importante che mi unisca agli altri leader del Pacifico delle Cook Islands per l’incontro del Pacific Islands Forum - ha detto Albanese -. Lavorare assieme, tramite il Forum, è vitale per garantire un Pacifico condiviso che sia portatore di pace, sicuro e prospero”.
Negli ultimi anni l’Australia, in compagnia dell’altro peso massimo regionale, la Nuova Zelanda, ha attribuito sempre più importanza al PIF, nella prospettiva di una rinnovata attenzione diplomatica alla propria regione, figlia del cambiamento in corso degli equilibri geostrategici.
Il presidente del Palau Surangel Whipps Jnr ha affermato che il cambiamento climatico continuerà a essere al centro delle attenzioni del forum, e con esso il ruolo che l’Australia potrà svolgere.
“Le politiche climatiche dell’Australia sono cambiate notevolmente e dobbiamo incoraggiare l’Australia a continuare in quella direzione e a non tornare indietro”.
“Con tutto il denaro ricavato dai combustibili fossili, l’Australia deve assumere un ruolo di leadership nell’aiutare le persone a decarbonizzare e promuovere tecnologie che decarbonizzino”.
Negli ultimi anni, il PIF è stato ostacolato da minacce di abbandono che mettono a repentaglio la sua più grande forza, vale a dire la sua unità.
L’anno scorso, le nazioni della Micronesia hanno espresso la loro insoddisfazione per gli accordi di condivisione del potere, prima fra tutte Kiribati, che aveva annunciato la sua intenzione di lasciare l’organismo regionale.
I successivi colloqui che hanno ricondotto all’unità, hanno prodotto l’accordo Suva che ha salvato l’organizzazione, ma hanno anche gettato le basi per una potenziale crisi.
In base all’accordo, alla Micronesia è stato concesso il diritto di nominare il prossimo segretario generale del PIF, scegliendo il barone Waqa.
L’ex primo ministro di Nauru è risultata una scelta controversa, dati i precedenti di esautoramento dell’autorità giudiziaria, le limitazioni della libertà di stampa e il coinvolgimento in un caso di corruzione indagato da parte della polizia federale australiana.
Sia l’Australia che la Nuova Zelanda sostengono la candidatura di Waqa, citando la necessità di unità.
L’Australia ha nel frattempo incrementato gli aiuti economici e il suo impegno nella regione, inviando il ministro degli Esteri Penny Wong in visita a tutte le nazioni/isola del continente blu.
Quest’anno, Albanese potrebbe incontrare un tono più critico da parte dei leader del Pacifico desiderosi di vedere un maggiore impegno dell’Australia nel contrasto agli effetti del cambiamento climatico.